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Lo sport mette al bando la Russia

Fifa, Uefa e Cio: Mosca è fuori da tutto

Redazione

Calcio, basket e perfino il judo tanto amato da Putin. Lo sport sceglie la linea dura: niente compromessi al ribasso

Lo sport internazionale sventola le bandierine gialloblu ucraine e caccia la Russia: fuori da tutto, Mondiali, competizioni europee. Con disonore e reprimende pubbliche. A Mosca avevano tirato un sospiro di sollievo, l’altra sera, quando sembrava che nelle riunioni prevalesse la linea soft, niente bandiera né inno ma partecipazione ai playoff verso il Qatar confermata. Invece, il rifiuto categorico di Polonia, Svezia e Repubblica ceca di scendere in campo tra poche settimane contro la Russia ha portato la Fifa ad adottare la decisione più dura e probabilmente meno desiderata. Non era scontato, perché di mezzo c’è non solo lo sport ma ci sono anche ragioni economiche, con Gazprom sponsor d’élite dell’Uefa. Problema risolto: il contratto con il gigante energetico è sospeso con effetto immediato. Una perdita sì, ma facilmente recuperabile.

Dopotutto l’Uefa aveva già tolto a San Pietroburgo l’organizzazione della finale di Champions league prevista a maggio. “Queste decisioni sono state adottate oggi dall’Ufficio di presidenza del Consiglio Fifa e dal Comitato esecutivo della Uefa, rispettivamente i massimi organi decisionali di entrambe le istituzioni su questioni così urgenti. Il calcio è unito e in piena solidarietà con tutte le persone colpite in Ucraina. Entrambi i presidenti (Gianni Infantino e Aleksander Ceferin, ndr) sperano che la situazione in Ucraina migliori in modo significativo e rapido in modo che il calcio possa nuovamente essere un vettore di unità e pace tra i popoli”. 

Il basket si accoda, con l’Euroleague che ha espulso Cska Mosca, Unics Kazan. Fuori dall’Eurocup il Lokomotiv Kuban Krasnodar. Duro anche il solitamente pragmatico e prudentissimo Cio, già avvezzo a punire i russi anche se per questioni di doping: stavolta non basterà far sfilare gli atleti sotto le insegne del Comitato olimpico di Mosca, perché il massimo organismo sportivo mondiale ha invitato a escludere da ogni competizione gli atleti russi e bielorussi. L’obiettivo? “Proteggere l’integrità delle competizioni sportive globali e la sicurezza di tutti i partecipanti”.

Non proprio la giornata che si aspettava Daniil Medvedev, nuovo numero uno del tennis dopo aver scalzato dal trono il serbo Novak Djokovic, che però si è subito schierato dalla parte dei contrari alla guerra: “Voglio chiedere la pace nel mondo, la pace tra i paesi”. Chissà che ne pensa il leader del Cremlino, che nel frattempo è stato colpito dove fa più male: la Federazione internazionale di judo, sport del cuore di Vladimir Putin, lo ha sospeso dalla carica di presidente onorario.

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