(foto Ap)

Il retroscena (ma neanche)

Ecco come Djokovic ha trascorso la notte all'aeroporto di Melbourne

Maurizio Milani

La detenzione con Assange e Baricco. E persino una delusione amorosa (dovuta al vaccino). Il campione serbo si è lasciato alle spalle l'esperienza australiana andando a prendere il sole a Tahiti. La satira del nostro Innamorato Fisso

Novak Djokovic è il mio tennista preferito da sempre (secondo è Andre Agassi). È bello quando vince al Foro italico sentirlo parlare in italiano. Ma veniamo alla contingenza. All'aeroporto di Melbourne. Dove in pratica è stato arrestato. Come ha trascorso il tempo? Novak, con suo enorme stupore, ha visto che nella cella accanto era detenuto Julian Assange. Ai media mondiali non risultava che l'inventore di Wikileaks fosse rinchiuso nelle carceri dell'aeroporto australiano. Anche Assange è No vax.  Novak e Julian era la prima volta che si vedevano di persona. Subito è scattata una leale amicizia. Tanto che Assange fa: "Novak, doveva rimanere un segreto ma sai chi hanno messo nella gabbia lì davanti?". 

Novak: "No! Julian! Non saprei".

Assange: "Alessandro Baricco!". 

Novak: "Mi dispiace; ho tutti i suoi libri. È tradotto anche in Serbia...come mai l'hanno arrestato?". 

Assange: "Voleva aprire una scuola di scrittura creativa diretta da un intellettuale aborigeno". 

Novak: "Ma in questo aeroporto quanti detenuti politici e normali ci sono?". 

Assange: "Dai 1200 ai 1500, la cifra è questa. L'ho dedotto da quando arrivano i furgoni per i pasti caldi". 

Intanto viene un funzionario giunto apposta da Camberra per interrogare Djokovic. "Signor tennista come mai non si è vaccinato?". 

Djokovic: "Stavo pensando di farlo".

Funzionario: "Le faccio una confidenza. Io non sono vaccinato". 

Djokovic: "Come mai? Fa così bene esserlo". 

Funzionario: "Mi ha convinto. Vacciniamoci insieme. Adesso". 

Djokovic: "Va bene". 

Dalla cella accanto, Assange: "Novak! Non farlo. Potresti non giocare più bene per via della delusione d'amore che avrai". 

Mai parole furono più profetiche. Il funzionario e il campione si dirigono nell'hub vaccinale dell'aeroporto. In fila per il vaccino c'è uno vestito da Massimo Cacciari. Nel mondo alcuni No vax (si parla di migliaia) per protesta si travestono da sosia del professore veneziano. Per me fanno benissimo. Ognuno deve trovare un hobby per passare la giornata. Ecco il colpo di fulmine: Djokovic incominicia a intravedere da distante l'infermiera che sta inoculando il siero. Anche se ha la "Schieldon Face" gli occhi si vedono benissimo. È bellissima. Non si era vista mai un'infermiera così bella. Forse solo Edwige Fenech (in La dottoressa del distretto militare) ma neanche. Inutile dire che quando è il suo turno Novak si dichiara: "Signorina, farò tutto quello che dice lei! Se sapevo che c'era lei mi sarei vaccinato al primo giorno che mi spettava per legge". L'infermiera rimane molto professionale.

Novak: "Quando posso rivederla, per non impazzire d'amore?". 

Interviene il funzionario australe: "Mai! Non la rivedrà mai più". L'infermiera fa un cenno a Novak come a dire: "Vorrei anch'io rivederti a cena all'Esplanada di Desenzano sul Garda a lume di toro...ma...". 

Novak si strappa il cerotto e dalla delusione corre verso la pista dov'è parcheggiato il suo jet privato. Lascia in aeroporto tutti i borsoni con le sue preziose racchette ecc. Vuole dimenticare. Dice al comandante: "Rotta per Tahiti". Dopo qualche ora posta su Instagram diverse foto. È sulla spiaggia con diverse corone di fiori di benvenuto al collo. Accanto a lui prendono il sole e bevono Veuve Clicquot due fotomodelle polinesiane. Non ho mai visto due donne così belle. C'è da impazzire. Intanto che è allungato riceve una telefonata. 

"Signor Novak, qui consolato di Sydney. Abbiamo il suo passaporto. Dove lo spediamo, a Caserta?". 

Djokovic: "Tenetelo! Ve lo regalo. In Australia non metto piede. Anzi no, torno domani con il segretario generale dell'Onu". 

Signorina del consolato: "Si è offeso?".

Djokovic: "Mi! Ma nemmeno tanto. Ciao!". 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.