Paulo Dybala (foto LaPresse)

Riecco Dybala: da vittima di CR7 a protagonista

Leo Lombardi

Mentre la Juventus viaggia verso il nono scudetto consecutivo, è rinato l'argentino: quattro partite, dalla ripartenza a oggi, e altrettanti gioielli

C'è qualcosa di nuovo nella Juventus che ha compiuto l'allungo (forse) decisivo verso il nono scudetto consecutivo, complice il crollo casalingo della Lazio con il Milan. È il gol su calcio di punizione di Cristiano Ronaldo, una sana abitudine ai tempi della Liga e invece una prima volta assoluta da quando il portoghese è approdato in Italia due stagioni fa. E c'è anche qualcosa di ritrovato, come le reti di Paulo Dybala: quattro partite, dalla ripartenza a oggi, e altrettanti gioielli. Due tiri all'incrocio dal limite contro Bologna e Lecce, due rapidi slalom in area con palla sul palo opposto contro Genoa e Torino. Ovviamente sempre di sinistro. Azioni e conclusioni che hanno restituito al calcio un giocatore che sembrava essersi smarrito. Anzi, alla Juventus lo avevano dato talmente per perso da inserirlo lo scorso anno in qualsiasi trattativa in uscita. E quando sembrava fatta con il Tottenham, il no dell'argentino aveva scritto la parola fine sul trasferimento.

 

A vedere le cose oggi, quasi un anno dopo, sembrava follia una scelta del genere. Ma in quei giorni aveva una sua logica. Dybala era stata una delle grandi vittime dell'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. L'ingresso del portoghese ufficialmente era uno stimolo per il gruppo, ma in realtà si era trasformato in un peso per l'argentino. Lo era a livello psicologico, perché doveva confrontarsi con uno che annulla il resto della squadra con la sua sola presenza magnetica. Lo era a livello tattico, perché si doveva trovare una nuova soluzione per ovviare allo spazio da offrire a CR7 in campo, soprattutto nella trequarti avversaria. Uno spazio fino a quel momento occupato da Dybala.

 

Per farlo Massimiliano Allegri aveva arretrato il raggio d'azione dell'argentino. Non gli assegnava obblighi precisi di posizione, ma gli chiedeva di fare da raccordo tra centrocampo e prima linea, senza quasi spingersi oltre visto che là davanti - oltre a Ronaldo - c'era anche il fedelissimo Mario Mandzukic. Un compito complicato, se non improbabile, che aveva spinto Dybala ben lontano dall'area avversaria, con effetti devastanti sulla capacità realizzativa (dai 22 gol del 2017-18 ai 5 della passata stagione) e con risultati poco felici sul piano delle prestazioni. Il numero 10 aveva finito così per infilarsi in un cono d'ombra da cui non era più riuscito a venire fuori: iniziative personali velleitarie e crollo verticale dell'autostima, nonostante lo stesso CR7 cercasse di sollevarlo festeggiando con la Dybala-mask dopo i gol.

 

A quel punto, come accennato, era sembrato logico alla Juventus cercare di venderlo, per non penalizzare ulteriormente un capitale che si era già deprezzato. Una manovra fallita e un problema in più per Maurizio Sarri, visto che in organico c'era anche un rientrante Gonzalo Higuain, a sua volta determinato a non voler andare via. Il tecnico ha osservato, ha analizzato e ha soppesato, restituendo a Dybala la fiducia che era venuta meno. Non gli ha assicurato un posto da titolare all'inizio, ma gli ha regalato nuove sicurezze e nuove prospettive, come aveva fatto con lo stesso Higuain al suo approdo sulla panchina a Napoli, trasformandolo nell'attaccante da 36 gol in una sola stagione.

 

Sarri ha cambiato spesso la Juventus, alternando il 4-3-1-2 con trequartista al 4-3-3. Sistemi di gioco in cui c'era sempre spazio per Dybala, senza racchiuderlo in ruoli tattici rigidi. Il tecnico gli ha concesso la libertà che non aveva più, l'argentino se l'è ripresa con gli interessi, sapendo essere decisivo da titolare come da panchinaro. È tornato in doppia cifra (sono 11 i gol finora realizzati), ha offerto nuove alternative in prima linea e si è rivelato il partner ideale per Ronaldo, quello che non aveva saputo essere la scorsa stagione. Al punto che anche il numero 7 bianconero è tornato a segnare con la stessa frequenza che aveva tenuto nella Liga. E certamente, in questa anomala estate del calcio europeo, nessuno penserà più a mettere Dybala sul mercato.

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