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Si può vincere tutte le partite e non essere in testa: il caso Entella

Leo Lombardi

La squadra di Chiavari è l'unica imbattuta nei campionati professionistici in Italia, eppure in serie C insegue Piacenza, Carrarese e Arezzo. Colpa del caos dei campionati

C'è una squadra, in Italia, che ha finora vinto tutte le partite, ma senza essere in testa al campionato. Basta scendere in serie C e dare un'occhiata nel girone A, alla voce Entella: sei gare e altrettanti successi, cui aggiungere anche i due in Coppa Italia, che hanno regalato l'accesso al quarto turno contro il Genoa. Un mistero presto risolto andando a vedere il numero degli incontri disputati. La squadra di Chiavari è indietro, tremendamente indietro: quattro partite in meno dalla capolista Piacenza (22 punti) e addirittura sei in meno di Carrarese e Arezzo (21). Il sorpasso sulle tre si prevede comodo, se i liguri manterranno tale passo. Una serie di vittorie figlia non solo di una squadra ben costruita e ben allenata da Roberto Boscaglia, arrivato questa estate da Brescia. Ma anche della rabbia che tutti – dal presidente Antonio Gozzi all'ultimo dei tifosi – hanno accumulato in un'estate incredibile. Quella che ha fatto perdere per strada tutte le partite che mancano.

 

Un passo indietro doveroso. L'ultima serie B si conclude con l'Entella al 19° posto, disputa i playout con l'Ascoli ed è retrocessa. Ma, nel frattempo, accadono alcune cose. Il Foggia viene penalizzato di 15 punti per illecito amministrativo e allo stesso modo il Cesena incassa un -15 per plusvalenze fittizie. Due sanzioni che, se applicate alla classifica della passata stagione, avrebbero salvato sia Ascoli sia Entella. Ma per entrambe la giustizia sportiva sentenzia che la pena debba essere scontata nel campionato successivo. Il Foggia, la cui penalizzazione viene poi ridotta a 8 punti, resta in B, mentre il Cesena, già travolto e cancellato dai debiti all'epoca della sentenza, riparte dalla serie D.

 

Decisioni che l'Entella tenta di impugnare, infilandosi in una battaglia in cui Roberto Fabbricini, commissario straordinario della Federcalcio, fissa a 19 le squadre ammesse alla serie B, senza ripescaggi. L'Entella si adegua, gioca e vince in Coppa Italia, gioca e vince in campionato, debuttando con un 3-1 in trasferta contro il Gozzano il 17 settembre. Due giorni dopo ottiene ragione dal Collegio di garanzia del Coni (la Cassazione in materia sportiva), la cui sentenza sostiene che la penalizzazione avrebbe dovuto colpire il Cesena nella stagione 2017/18. Ma Fabbricini resta fermo sulle sue posizioni e alla Lega di serie C non resta che bloccare i match dell'Entella, in attesa di una soluzione. Trascorrono 48 giorni prima di rivedere il liguri giocare, 48 giorni paradossali: quelli di una squadra che si allena regolarmente, nella speranza vana di scendere in campo la domenica successiva. Ma, come per la fortezza Bastiani nel buzzatiano Deserto dei Tartari, gli avversari non si presentano mai. Solo amichevoli, per l'Entella.

 

Giorni che avrebbero potuto far andare fuori di testa qualcuno, ma che sono stati gestiti con grande attenzione. A cominciare da Boscaglia, che ha tenuto unito lo spogliatoio, fortificandolo. Poi la città, che si è ricompattata intorno alla squadra, cancellando l'amarezza per la retrocessione. E infine la società, che ha portato avanti le proprie istanze senza vittimismi e con equilibrio, facendo valere con argomentazioni le proprie ragioni e ponendo l'Entella all'attenzione generale: nei giorni di stop forzato, il nome della squadra è stato cliccato due milioni di volte nelle ricerche su Internet. 

 

A dire il vero i giocatori avrebbero potuto lasciarsi andare a un colpo di testa, quando hanno pensato a uno sciopero il 4 novembre, in occasione del match con il Pisa, il primo dopo la lunga pausa. Un proposito rientrato, in attesa dell'ultima tappa. Quella dell'immancabile Tar del Lazio che, una volta tanto, ha scelto di lasciare la cose come stavano, perché i campionati erano troppo avanti nel calendario. Alla proprietà non è così restata che l'arma dell'azione risarcitoria contro la Lega di serie B e contro la Figc, per non aver messo in atto la sentenza del Coni. E la squadra ha risposto nell'unico modo possibile, provando (e riuscendo) a vincere sempre.

 

Oggi all'Entella sono tornati i sorrisi, quelli che il calcio aveva regalato di recente. Non più una città sempre a cavallo tra Dilettanti e serie C, dove a metà anni Ottanta allenava Gian Piero Ventura, con Luciano Spalletti in campo, ma una solida realtà di serie B. Gozzi l'ha portata in alto, come nella sua attività imprenditoriale: amministratore delegato di Duferco, gigante mondiale dell'acciaio, e ideatore di aziende innovative come Wyscout (che ha rivoluzionato il mondo dello scouting calcistico) e come Wylab (incubatore di startup per l'impresa), entrambe con sede a Chiavari. Qui si hanno idee e si fanno crescere talenti, come Nicolò Zaniolo, oggi alla Roma e fiore all'occhiello della squadra arrivata a disputare la finale di Coppa Italia Primavera 2017 proprio contro i giallorossi. E qui si voleva soltanto giocare a pallone, seguendo le regole. Ma non è stato possibile.

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