That Win the Best
Basta la vittoria, sempre
La giusta eliminazione del Sassuolo e il passato che fa male
Londra. Non parlerò ancora del Manchester United, non ne posso più. Non questa volta, almeno, anche se il fatto di avere appena registrato il peggiore avvio dal 1989 non fa che potenziare quello che in casa Red Devils non andrebbe fatto: rimpiangere il passato. Il paragone con quello che c’era prima è allettante come farsi una quarta pinta nella stessa sera, ma produce il medesimo effetto: alla lunga stordisce. E’ vero, ci si accorge per esempio che là dove prima c’era Pogba – sia chiaro, un altro Pogba – oggi c’è Sturaro; ma si incappa anche in cazzate come rimpiangere Fidel Castro a Cuba o Guardiola a Monaco dopo pochi mesi di Ancelotti (alla guida del Bayern Pep ha vinto giusto un paio di campionati, il minimo per non essere licenziati da quelle parti).
Conviene non guardare a quello che è stato, come stanno facendo dalle parti dello Stamford Bridge, con un Conte che in due mesi ha preso un Chelsea senza troppa personalità, lo ha rivoltato e trasformato in macchina da guerra. Ogni tanto uno sguardo al passato va dato, certo, o si finisce come quello stewart che proprio a Stamford Bridge sabato non voleva far passare Gianfranco Zola, atteso sul campo per commentare la partita delle squadra di cui ha scritto un pezzo di storia. E’ dovuto interevnire Rio Ferdinand, non in tackle come ai bei tempi, però: ha spiegato al ragazzo che “questo campo è suo”, e permesso a Zola di passare. Subito dietro ai Blues ci sono tre squadre in 3 punti che ci faranno divertire fino a fine anno: il Liverpool – che essendo allenato da Klopp arriverà secondo – l’Arsenal – che crollerà sul più bello – e il Manchester City – unica rivale che può davvero preoccupare Antonio Conte.
Lo scorso anno la modella brasiliana Cintia Vallentim si spogliò per festeggiare la vittoria in coppa del Palmeiras. Per la nostra e vostra gioia, ieri la squadra di San Paolo ha vinto anche il campionato. Bene così
Il Leicester è perso tra le nebbie della bassa classifica, ma tanto Ranieri quest’anno punta alla Champions League. La cosa divertente è che non sarebbe neppure così folle immaginare un nuovo miracolo delle Foxes. Altro che il bluff Sassuolo, squadra finta senza storia né tifosi che fino a settembre inoltrato era salutata da giornalisti sportivi ed esperti come nuovo Leicester ed esempio di miracolo sportivo: dopo due mesi galleggia poco sopra la zona salvezza in serie A ed è stata eliminata dall’Europa League, che secondo il patron Squinzi avrebbe invece dovuto vincere. Va bene non vivere guardando il passato, ma senza il passato il calcio è cosa farlocca, e i neroverdi emiliani lo dimostrano benissimo. Leggo intanto che da oggi ricomincia un appassionante turno di Coppa Italia dalle vostre parti, e mi scende la tristezza: quando da noi c’è la FA Cup le grandi schierano gran parte dei titolari e le piccole giocano alla morte per inseguire un pezzo di gloria giocando in stadi sempre pieni.
In Italia si assiste a tristi match tra riserve delle big e piccole che vogliono togliersi l’impiccio il prima possibile per tornare a occuparsi della serie B o della Lega Pro, stadi deserti nonostante i prezzi stracciati, risultati più prevedibili del contenuto del nuovo domenicale di Repubblica, Robinson, e le classiche lamentele sul fatto che in finale vanno sempre le stesse (normale, se le squadre più forti giocano sempre in casa turni secchi). Per peggiorare tutto irrimediabilmente manca solo il ritorno di Balotelli in nazionale: l’attaccante del Nizza ormai fa parlare di sé più per le sue assenze che per le presenze decisive, ma il calcio italiano è messo talmente male che il ct Ventura ha già detto che l’ex giocatore di Inter e Milan potrebbe essere riconvocato in Azzurro. E’ l’eterno ritorno dell’identico, peggio di un referendum costituzionale.
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