Hernanes, è stato acquistato dalla Juventus nell'ultimo giorno di calciomercato (foto LaPresse)

Finalmente finisce il calciomercato, tra eredi di Roberto Carlos e falsi profeti

Jack O'Malley
Per una volta la Premier League è più noiosa della serie A. Se ai punteggi pazzi delle prime due giornate si aggiunge il calciomercato demenziale fatto dalle grandi del campionato italiano, il risultato non può che essere divertente.

Londra. Lo ammetto, in questo istante neppure dopo una potente sbronza di brandy avrei il coraggio di sostenere che quest’anno la Premier League sarà un campionato combattuto, che è difficile prevedere chi se la giocherà fino alla fine per il titolo e chi no. Dopo quattro giornate lo schema è semplice: il Manchester City vince, le altre no. In assenza di risultati sul campo (anche se in Champions hanno fatto godere i propri tifosi) i cugini dello United hanno registrato un nuovo record: 50 milioni di euro per Martial, che da oggi risulta essere il diciannovenne più costoso della storia del calcio. Il francese arriva dal Monaco, società che è diventata metafora perfetta del rapporto uomo-donna-calcio: il patron russo Rybolovlev è costretto a svendere i giocatori migliori perché la moglie con il divorzio si è presa metà dei suoi averi. Mi ha ricordato quell’amico che da quando si è sposato ha dovuto rinunciare al calcetto del mercoledì sera (che ora passa sul divano a guardare la Champions).

 

Non dirò mai che la Premier rischia di annoiare, ma confesso di seguire quasi con divertimento la serie A di queste prime giornate: ho brindato a lungo per il tacco di Meggiorini (una scusa dovevo pur trovarla). Dopo due giornate di campionato l’Inter è l’unica delle grandi squadre italiane a punteggio pieno. E dire che i soldi li hanno spesi pure gli altri quest’estate, e l’Inter è stata fino all’ultimo secondo a contrattare forsennatamente con il Galatasaray per Felipe Melo, altro elemento inquietante per l’unico grosso nome salvabile fin qui. Poi ovviamente s’è presa pure Telles, che nessuno sa chi sia, e per ovviare il problema i giornalisti lo hanno eletto 87esimo “erede di Roberto Carlos”, che peraltro era un terzino sopravvalutato che tirava fucilate a effetto, e che ha fatto il gol straordinario che tutti ricordano in uno di quegli inutili tornei fra Nazionali che si fanno per diplomazia e sponsor. Ma, insomma, con l’erede di Roberto Carlos l’Inter potrà consolidare la sua posizione, dimostrare che non è un caso e dimenticare in fretta Hernanes, il giocatore a cui Mancini aveva affidato un compito enorme, a sentire lui. Giusto dopo la partita del Carpi ha spiegato che dietro le punte ora gioca Brozovic solo perché il brasiliano non è in condizione. Vista com’è andata a finire, forse era soltanto un modo per scucire un paio di euro in più a Marotta.

 

[**Video_box_2**]Il campionato liquido, informe, è sì segno di provincialismo – anzi, terzomondismo – pallonaro, ma diverte gli spiriti liberi come me.

 

Se ai punteggi pazzi delle prime due giornate si aggiunge il calciomercato demenziale fatto dalle grandi della serie A, il risultato non può che essere questo. Certo, il campionato italiano ha sempre il retrogusto comico della lega minore, un varietà con Pippo Franco che passa incessantemente dalla curva della Lazio a quella della Roma cambiandosi d’abito, climax ascendente che conduce all’inevitabile errore, ma è un campionato vero con squadre vere. Non c’è un Neymar annoiato che a 23 anni si riduce a fare l’uomo immagine del poker, ultimo passo prima della bollitura finale, ma ci sono realtà toste che le partite te le fanno sudare. Il Sassuolo ormai è l’esempio virtuoso con cui i giornalisti ci hanno già stufato. Il Carpi visto contro l’Inter potrebbe mettersi sulla stessa strada, regalandoci l’ennesima ondata di retorica sull’Emilia operaia che sforna squadre operaie. Se così dev’essere, spero che Balotelli faccia in fretta a violare con modalità creative il codice paramilitare che gli ha imposto il Milan, così nessuno si dovrà ingegnare per trovare nuovi filoni d’intrattenimento. Durerà poco, assicurano tutti, salvo sostenere ovunque che la Roma ha praticamente vinto lo scudetto e che per la Juve ormai è finita la festa, sulla base di statistiche utili al massimo a Nate Silver per farsi qualche pugnetta. Feticista della schizofrenia mediatica quale sono, mi gusto questi giorni di sentenze definitive, colpi in chiusura di mercato venduti dagli esperti come risolutivi, goleador di fine agosto che a novembre avremo già dimenticato e allenatori che presto non vedremo più nelle interviste post partita.

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