L'editoriale dell'elefantino

Chiara Ferragni e la legge bronzea del contrappasso

Giuliano Ferrara

Colpisce i moralisti abituali, ora l'influencer. Niente ghigliottina pero per i Ferragnez, simpatico fenomeno di credulonità di massa

Spiace, lo dico con la massima sincerità possibile, per Chiara Ferragni. Il problema non è lei, di cui tutti adesso sembrano sapere tutto mentre era così accogliente e promettente l’idea di saperne quasi nulla. Il problema è la costante, anzi la legge bronzea, che dice: se fai del bene morale la tua professione abituale, una qualche forma di male morale alla fine inevitabilmente si accanirà contro di te. Tonino Di Pietro è l’emblema assoluto del fenomeno, che praticamente non ammette eccezioni. La storia della famiglia Soumahoro e del diritto al lusso, anch’essa penosa il giusto e l’ingiusto, fa da cornice a questa vicenda di pandori e uova pasquali destinate ai “bambini delle fate”, così triste e inappellabile, almeno in apparenza. Ma gli episodi sono infiniti, riguardano l’establishment e le persone comuni, uomini e donne che abbiano una vita pubblica, tanti, e propongono una specie di sistematico contrappasso che affligge tutti noi del cattiverio, che spiace nonostante dimostri la miseria del moralismo corruttore della morale. 

  

Lo sradicamento della corruzione come arma giudiziaria e poi in proiezione avventura politica che finisce in Molise a cavallo di un trattore. La milizia indefessa a favore dei vulnerabili, il lusso addirittura nel fango, che passa dagli stivali alle Manolo Blahnik.

  

La sfilza dei contrappassi è troppo lunga per essere citata, troppo istruttiva per essere ignorata. C’è di più. Baudelaire diceva di aver coltivato la sua isteria con gioia e terrore, un presagio della mediatizzazione dell’esistenza civile, poi ebbe le vertigini e “oggi, 23 gennaio 1862, ho subito un singolare avviso, ho sentito passare su di me il vento dell’ala dell’imbecillità”. Non conosceva i prodigi che può fare la buona novella nell’ambito dell’industria dolciaria irregolarmente comunicata. Questo poi stupisce, questo è il vero prodigio portato dal vento di folie di Baudelaire: come puoi pensare di farla franca? Sei testimone e testimonial del fatto che tutto è sotto gli occhi di tutti, che la comunicazione, la com, invade ogni spazio, si socializza malignamente, e nella natura del digitale, che con tutta l’apertura è un circuito chiuso, vige comunque la legge di Lavoisier, la conservazione della massa in chimica: “la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti”, insomma il famoso e liceale motto secondo il quale “in natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. La massa non si conserva solo in chimica, si conserva anche su Instagram. I reagenti della comunicazione si equivalgono ai prodotti pubblicizzati online. E un influencer incauto si espone al rischio della trasformazione da bella fatina dedita al benessere dei più e al bene particolare dei meno avvantaggiati in agente di beneficenza personale a proprio vantaggio.

  

Lavoisier fu ghigliottinato dai giacobini nel 1794. Per via della legge bronzea i giacobini furono poi ghigliottinati anche loro. Noi realisti e immoralisti per programma non corriamo questi rischi, ne corriamo altri, come tutti, anche perché non auguriamo la ghigliottina a nessuno, tantomeno ai Ferragnez che sono stati un simpatico fenomeno di credulonità di massa se non proprio di credibilità. E le notazioni che precedono non mettono capo necessariamente a un Saviano inquisito per traffico di stupefacenti o a un Travaglio beccato con una mazzetta in mano. Legge bronzea sì, ma non esageriamo.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.