Un uovo di Pasqua per Hitler della Royal Air Force "da qualche parte in Gran Bretagna" (Foto di Hulton Archive/Getty Images) 

Saverio ma giusto

Nonostante Covid, IA, clima e Terza Guerra Mondiale guardo al bicchiere mezzo pieno

Saverio Raimondo

In questi tempi così densamente difficili che esortano a un inguaribile pessimismo, ecco le ragioni per cui essere ottimisti

Reduce dalla Festa dell’Ottimismo organizzata il 14 ottobre scorso a Firenze da questa gloriosa testata (da notare la mia piaggeria, così schifosamente servile che persino uno schiavista mi esorterebbe ad avere una schiena più dritta), ho deciso di condividere anche qui con voi lettori, nero su bianco, le ragioni per cui essere ottimisti in questi tempi così densamente difficili che gli unici che saprebbero davvero analizzarli e comprenderli non sono gli esperti di geopolitica, né gli economisti o i sociologi, ma i proctologi. Perché io, inguaribile pessimista (e in quell’“inguaribile” auto diagnosticato c’è già tutto il mio pessimismo), da sempre imbucato alla Festa dell’Ottimismo, mi posso dire oggi un ottimista me medesimo? Perché vedo nell’ottimismo i valori della Resistenza.

 

Una Resistenza contro una realtà invasiva, ormai alle porte; una Resistenza contro la piega degli eventi, contro i dati di realtà, contro tutto e tutti. Ho deciso di imbracciare anche io l’ottimismo – un ottimismo di precisione – e di puntarlo contro quattro grandi sfide/scenari che ci si parano innanzi, minacciosissimi: i cambiamenti climatici, l’intelligenza artificiale, la terza guerra mondiale e una nuova pandemia.

 

Come possiamo dirci ottimisti, nei confronti di questi quattro neo-cavalieri dell’Apocalisse? Lasciate che vi contagi con il mio pensiero positivo. Il riscaldamento globale – che presto porterà gli attivisti di Ultima Generazione a imbrattare Palazzo Vecchio con secchiate del loro sudore e a bloccare perennemente il traffico, perché quando si andranno a sdraiare sulle strade l’asfalto squagliato li ingloberà e non potranno più rialzarsi – porterà, con lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari, a un inevitabile inabissamento di Venezia. Notizia sempre data come catastrofica; possibile solo io ci veda una grande opportunità di rilancio turistico per l’Italia? Con Venezia sott’acqua, l’Italia avrà i più bei fondali marini al mondo! In futuro chi farà immersioni non andrà più nel Mar Rosso, ma in Veneto.

  

L’intelligenza artificiale a sua volta non è certo una minaccia: se è davvero così intelligente come dicono, di certo non si presterà a fare tutti quei lavori usuranti che oggi ci piace profetizzare essere minacciati; piuttosto, tutte le IA se ne andranno su qualche altro pianeta – tanto loro sono artificiali e non gli servono tutte quelle fesserie naturali senza le quali noi non sappiamo vivere, tipo l’acqua e l’ossigeno – e potranno aspettare lì la nostra estinzione (a cui non manca poi così tanto) per poi tornarsene qui sulla Terra a godersi carbonara e tiramisù senza la nostra fastidiosa presenza.

 

In merito alla terza guerra mondiale, vi ricordo che l’Italia è uno dei più grandi produttori di armi al mondo – mondo al quale noi le vendiamo, ’ste armi. In altre parole: se l’uomo con la pistola incontra l’uomo con il fucile, quello con la pistola prova a vendergliela – se è italiano. Dunque abbiamo solo che da guadagnarci dagli scenari di guerra che avanzano, anzi, forse dovremmo mettere più zizzania nel mondo: propongo di mandare Selvaggia Lucarelli all’Onu.

 

Per concludere con il mio ottimismo: il Covid ci ha insegnato che non impariamo mai nulla. Una prossima pandemia sembra essere inevitabile; e ben più letale. Ma anche qui, non manca il lato positivo: moriremo tutti, e si risolveranno automaticamente tutti i problemi di cui sopra. Ecco perché non posso non dirmi anche io un ottimista!

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