Ecologismo a suon di tasse: il piano di Ultima generazione che Schlein e Conte ignorano

Luciano Capone

Gli ambientalisti propongono il loro piano: tagliare 5 miliardi di Sad, cioè 5 miliardi di maggiori imposte ambientali. Ma Pd e M5s, che a parole stanno dalla parte degli ecoattivisti, vanno in senso opposto

Il principale argomento a difesa degli attivisti di Ultima generazione, a seguito delle loro azioni che prevedono blocchi stradali o imbrattamento dei monumenti, è che i critici guardano al dito anziché alla Luna. Preferiscono commentare e condannare i metodi per non doversi misurare con gli argomenti posti e le soluzioni proposte. Il problema, però, è che quando i militanti ambientalisti affrontano senza proteste eclatanti le questioni ambientali, partiti e giornali simpatizzanti neppure se ne rendono conto. Non guardano né il dito né la Luna.

  
A inizio agosto, una delegazione di Ultima generazione ha incontrato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per presentare al governo la propria posizione sul contrasto al cambiamento climatico, sintetizzabile in due punti: la necessità di abbandonare i Sussidi ambientalmente dannosi (Sad) entro il 2025 e, nell’immediato, una concreta proposta di legge “per la cancellazione immediata di otto dei Sad più ingiusti e odiosi, che risultano facilmente eliminabili senza particolari contraccolpi su occupazione, inflazione ed economia, per liberare risorse pubbliche per quasi 5 miliardi di euro”.

 

Nessuno ne ha parlato. Eppure, rispetto a tante richieste generiche e senza coperture da parte delle opposizioni parlamentari di aumentare la spesa per le varie emergenze economiche, la proposta di Ultima generazione ha il pregio – in vista di una legge di Bilancio con i margini strettissimi a causa della congiuntura economica fatta di rialzo dei tassi e rallentamento della crescita – di indicare le fonti di finanziamento (dove prendere le risorse) prima degli impieghi (come spenderle).

 

E cinque miliardi non sono pochi, sono più dei quattro miliardi che il governo ha da parte per la riforma fiscale e circa il doppio di quanto, presumibilmente, dovrebbe incassare dalla tassa sugli “extraprofitti” delle banche.

 

Ma quali sono questi “sussidi” dannosi per l’ambiente che, con un semplice tratto di penna, consentono di recuperare facilmente 5 miliardi? Ultima generazione non entra nel dettaglio e, al momento, non siamo riusciti a ottenere una risposta specifica. Ma è possibile intuire di cosa si tratta. Il ministero dell’Ambiente ha da poco pubblicato il Catalogo dei sussidi ambientali, in cui sono elencati i “Sussidi ambientalmente dannosi”. In totale sono 58 sussidi che ammontano a 22,4 miliardi di euro, ma il grosso lo fanno poche voci: 3,4 miliardi è il differente trattamento fiscale tra benzina e gasolio (il diesel ha un’accisa più bassa di 11 centesimi); circa 5 miliardi è l’Iva agevolata sull’acquisto di case non di lusso; 2,4 miliardi per il rilascio a titolo gratuito delle quote Ets; 1,8 miliardi per l’Iva agevolata per l’energia elettrica per uso domestico; 1,7 miliardi per il credito d’imposta per beni strumentali nel Mezzogiorno, e via di seguito. 

  
In sostanza, e questo in verità Ultima generazione non lo dice chiaramente, abolire i Sad vuol dire aumentare  le tasse a famiglie e imprese. Come detto, non è chiaro quali siano le otto voci da 5 miliardi che gli attivisti vogliono cancellare da subito, ma si può provare a fare qualche ipotesi. Anche Legambiente, ai cui studi Ultima generazione fa spesso riferimento, lo scorso anno, proponeva in vista della legge di Bilancio, di abolire otto Sad

     
Il problema è, però, che gli otto sussidi facilmente eliminabili secondo Legambiente valgono meno della metà: 2,3 miliardi. E per giunta non sono neppure dei veri Sussidi ambientalmente dannosi.

  
Nel senso che Legambiente produce un suo catalogo dei Sad, con una metodologia diversa rispetto al Catalogo ufficiale del governo: tant’è vero che i Sad secondo il ministero dell’Ambiente storicamente valgono circa 20 miliardi, mentre quello di Legambiente si è via via allargato passando dai 19 miliardi del 2018 ai 42 miliardi del 2021. Il doppio. Sarà importante, quindi, conoscere i dettagli per capire di quali presunti “sussidi” dannosi per l’ambiente si tratta e chi dovrà pagare più tasse

   
Ma oltre all’aspetto tecnico, c’è un piano politico che è più rilevante. Perché Ultima generazione ha dichiarato che la sua proposta “verrà presentata a settembre dalle forze di opposizione”, senza specificare quali. La questione è interessante perché consentirà di capire se realmente le opposizioni affronteranno la campagna elettorale per le europee sostenendo il programma di Ultima generazione che prevede di aumentare subito 5 miliardi di tasse ambientali catalogate come Sad e i restanti 17,5 miliardi o 37 miliardi, a seconda che si consideri il Catalogo del governo o di Legambiente, nei prossimi due anni. Perché al momento le forze di opposizione si muovono in direzione opposta. Da diverse settimane sia il Pd di Elly Schlein sia il M5s di Giuseppe Conte stanno infatti chiedendo a gran voce a Giorgia Meloni di abbassare le accise sui carburanti. Ma questo vuol dire aumentare i “sussidi ambientalmente dannosi”. Su questo aspetto, paradossalmente, Meloni è più vicina agli ecoattivisti di quanto lo siano  Schlein e Conte. La realtà è insomma più complicata della facile propaganda. Sarebbe perciò un passo in avanti se anziché parlare di vernici sui monumenti e zuppe di pomodoro sui quadri si iniziasse a parlare di soldi e tasse: quanto costa la transizione energetica e chi la paga. Ma è su questo terreno, più concreto e impopolare, che le forze che dicono di sostenere le ragioni degli attivisti preferiscono non cimentarsi. E’ politicamente più conveniente starsene alla larga e abbaiare alla Luna.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali