Foto via Ansa 

come bestie sulla preda

Ferragni balla con i leoni di Schiaparelli ed è subito preda degli animalisti

Ginevra Leganza

Alla sfilata haute couture infuria la polemica. "È finto, guys" dice l'influencer più popolare d'Italia. "Andate in giro con un cadavere addosso" rispondono. La moda sconvolge, perché verosimile, e svela la nuova cultura egemone: il bambinismo

"La prossima volta non testa di leone ma di uomo!”. Sono gli animalisti in unione mistica con la preda. È successo lunedì, mentre la più carina d’Italia si godeva la sfilata Schiaparelli Primavera Estate 2023. Chiara Ferragni atterrava a Parigi, dove l’aspettavano le madri natura toccate in sorte al millennio. Naomi Campbell, Irina Shayk, Shalom Harlow sfilavano l’una acconciata da lupa con cappotto in pelo, testa di belva e sangue agli occhi, l’altra in tubino di velluto e – tenete a mente – criniera di leone, l’ultima in lonza-animalier con grosse fauci sul petto (…per sbranarvi meglio). Sono le fiere infernali del primo canto, avete capito, ma visto che Dante è quasi appropriazione culturale o se non altro politica, sono pure tre nature in stile Leopardi: metà strafighe metà belluine. 

 

Ebbene, poco dopo accade – nel backstage – che la più carina d’Italia si selfizzi con sua immensità Kylie Jenner. Che da par suo segna un altro primato: la più seguita d’Instagram (dai micro-influencer in su la vita è una catena, e finanche le ultramilionarie di click come Ferragni puntano agli amici giusti per l’engagement). Comunque, fra Chiara e Kylie, fa capolino la criniera d’un leone. Uno di quei leoni appiccicati al tubino di Irina.

 

Ed ecco che una sfilata haute couture, cui pochi avrebbero prestato attenzione, diventa un rito di smembramento collettivo. Capitanato dagli acquirenti H&M. Certo, qualche solita piattola sarebbe insorta (la Gen Z odia la moda), ma difficile – senza il selfie – immaginare un ammattimento come quello sotto il post della Ferragni. Che immantinente precisa: “Il leone è finto, guys!”. E loro: “La prossima volta anziché la testa di un leone indossa una testa umana”; “Come andare in giro con un cadavere addosso”; “Com’è cambiato Leone” (ossia Baby Ferragnez); “La prossima volta mettici Matilde” (Vergine Cuccia Ferragnez). E avanti così, col selfie che smaschera le cose. 

 

Ma si fa presto a dire idioti. C’è un motivo – o forse due – per cui l’animalista sfugge alle leggi dell’imbecillità. Oltre al cretino c’è di più. C’è di più in questo tipo speciale di scemo che tanto somiglia a un bambino. Fateci caso. Saranno mica un problema il pelouche, Simba, l’emoticon su Whatsapp e quant’altri leoncini carini popolino le loro case e telefonini. Saranno mica un guaio i tigrotti stilizzati e infantilizzati di Kenzo – restando in ambito moda – copiati poi dai loro H&M, Pull&Bear, Shein… Il problema è un altro: quel leone che non è vero sembra vero. E la verità – soprattutto se non è vera – sconvolge, sconquassa, ferisce. È bestiale come una fiera infernale. E in tutto questo la moda, che al tempo di Elsa Schiaparelli era una cosa per adulti che conoscevano la realtà – e ne facevano surrealismo lusso e voluttà – subisce la pressione del bambinismo egemone. Di cui l’animalismo è solo una sfumatura. Di certo la più feroce. 

 

Gli animalisti non amano il leone vero. Amano il leone buono ovvero carino. E per ciò stesso inesistente. Non s’accontentano d’aggiustare il legno storto dell’umanità: vogliono drizzare pure quello del re della savana. Ed è imperdonabile per la più carina d’Italia l’aver messo in scena lusso e voluttà anziché monogram e carineria. Ma visto che il leone carino non esiste, anche gli animalisti sono carini più o meno come dei mocciosi tanto cute quanto – all’occasione – satanassi. L’occasione è arrivata a Parigi, dove si sono specchiati in massa nel leone Schiaparelli. E in massa hanno sentito il richiamo della savana, in unio mystica con l’animale. E come bestie hanno accerchiato la vera preda: Chiara Ferragni. Se gli animalisti sono animali, nessuno è invincibile. Nemmeno la più carina d’Italia.