Erano coloro che viaggiavano per il mondo lavorando da remoto, con un computer nello zaino e, nell’esagerato immaginario comune, un mojito sempre in mano. Con la pandemia qualcosa è cambiato, ma in realtà si tratta ancora di pochi privilegiati
Prima della pandemia, i nomadi digitali avevano alcune caratteristiche ben definite. Erano coloro che viaggiavano per il mondo lavorando da remoto, con un computer nello zaino e, nell’esagerato immaginario comune, un mojito sempre in mano. In realtà non bisognava necessariamente essere sempre in viaggio per essere nomadi digitali; spesso, i nomadi digitali lavoravano in Europa o negli Stati Uniti d’estate, e poi svernavano ai Caraibi o nel sud est asiatico, saltando di resort in resort, di spiaggia in spiaggia. I nomadi digitali erano rari, ché sono pochi i mestieri che consentono davvero di non presentarsi mai in ufficio.
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