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Saverio ma giusto

Non solo pandemia, ormai siamo assuefatti alle apocalissi

Saverio Raimondo

I livelli di cortisolo vanno mantenuti alti se vogliamo restare vigili e scattanti per il prossimo allarme rosso, qui ci vuole subito una nuova emergenza. E sicuramente sarà digitale: informatici al posto dei virologi nei talk-show, No tech invece dei No vax

Ora che la pandemia si avvia a essere declassata a malattia endemica (persino l’Oms, di solito pessimista stile Apocalisse di Giovanni, si è lanciata in previsioni cautamente ottimiste già per quest’anno, forse già per questo weekend), tocca capire sin da subito di cosa ci dovremo preoccupare in futuro. Non vorrete mica rilassarvi! I livelli di cortisolo vanno mantenuti alti se vogliamo restare vigili e scattanti per il prossimo allarme rosso; qui ci vuole subito una nuova emergenza, un nuovo catastrofico orizzonte degli eventi. Ormai viviamo in un mondo che ha bisogno sempre di una “fine del mondo” per andare avanti. Ci sarebbe il clima, che in effetti è la vera catastrofe che ci estinguerà tutti: ma non c’è niente da fare, non riusciamo a prenderlo sul serio. Abbiamo sbagliato narrazione, appena uno parla del clima sembra stia parlando del meteo cioè del più e del meno; e Greta Thunberg non tira, non ha mai tirato, secondo me è sostenuta e foraggiata dalla lobby del carbone per far risultare l’inquinamento al confronto molto più accettabile. E’ probabile che ci sarà una nuova emergenza sanitaria, anzi è sicuro che nel prossimo futuro al primo starnuto tutti grideranno “pandemia!” per riflesso pavloviano; ma questa generazione ormai sul fronte sanitario ha dato, un po’ per stanchezza un po’ per fatalismo non credo sia più disposta a stressarsi sulla salute per i prossimi vent’anni. 

Credo che l’emergenza futura sarà più virtuale che reale, esattamente come tutto il resto, le nostre vite comprese: presto gli hacker popoleranno il nostro immaginario collettivo come fino a poco tempo fa facevano gli attentatori di Al Qaeda e i terroristi dell’Isis, lo scenario di una cyber guerra sarà concreto (Kim Jong-un si metterà a testare missili sul Metaverso), e la prossima pandemia non sarà più analogica ma digitale. Potremmo stavolta arrivare pronti e non farci cogliere impreparati? Inizierei con l’adottare tutti delle password Ffp2 (basta con tutte quelle date di nascita!), in attesa ovviamente che McAfee annunci un antivirus contro tutte le varianti. Destinerei sin da subito generosi fondi alla cyber sicurezza, o ci ritroveremo con la polizia postale in affanno come oggi le terapie intensive. Ma soprattutto, cominciamo a risolvere (o a rassegnarci sin da subito?) due problemi collaterali: come stavolta abbiamo avuto i No vax, prepariamoci in caso di cyber emergenza a luddisti o No tech, quelli che diranno che non serve nessun antivirus “basta spegnere e riaccendere”, con Michele Serra a sbraitare contro i social come Massimo Cacciari contro “la dittatura sanitaria”; ma soprattutto, se con la pandemia abbiamo avuto l’invasione dei virologi, prepariamoci in caso di down digitale globale a giornali e tv che ospiteranno in continuazione programmatori e informatici. Peggio di medici o scienziati narcisisti e rivali, poco avvezzi alla comunicazione e alle leggi dei media, ci saranno i nerd in guerra tra loro costretti a spiegare ai cittadini cos’è un codice htlm – se non avete capito l’indice Rt, figuriamoci questo. Facciamoci trovare pronti a questo scenario, imparando la lezione appresa dalla pandemia: niente panico, molta pazienza e informazione quanto basta – che è un po’ meno di quanto vogliano farvi credere.

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