Mucchio selvaggio. L'assalto della stampa all'"ultimo" Conte

Roberta Benvenuto

Il congedo del premier da palazzo Chigi è stata anche un'impresa logistica (per Casalino) e un assembramento mediatico ricco di gag

Ore 13:02. Dalla chat di Casalino arriva l'annuncio: "Dichiarazione di Conte per le 13:30. Da Palazzo Chigi".  Dalla sala stampa scendono gli addetti alla comunicazione: "Niente domande dei giornalisti, mi raccomando. Il presidente del Consiglio parlarà alla sala dei Galeoni". Molti fotografi iniziano a salire le scale. A un certo punto il dietrofront: tutti fuori, in fretta e furia. Si decide di spostare l'ultimo discorso di Conte all'aperto, con alle spalle Montecitorio e non Palazzo Chigi: forse per un motivo simbolico, trattandosi di un premier uscente. Così il mega capannello viene dirottato attorno a un tavolinetto di vetro.

  

  

Rocco Casalino si sbraccia, quasi da direttore d'orchestra: "Non vi ammucchiate, che lo facciamo mettere lontano così potete riprenderlo tutti". Parole al vento. Si preme e si spinge, tra i 50 e 100 giornalisti che cercano spazio. E non può bastare il banco improvvisato per i microfoni a dare ordine all'evento. "Ma ce li fate mettere i cavalletti?", c'è chi si abbassa la mascherina per scandire bene la domanda, a scanso di equivoci. Non il più efficiente dei minispot, aspettando l'arrivo di Conte. Se questa è l'organizzazione Casalino, chissà come avrebbero gestito il recovery...

 

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