Il pm Spataro si fa intellettuale e politico, e distribuisce ordini agli stati Quel che ho scritto lunedì scorso , prendendomi una gentile rampogna nel Foglio di giovedì dal magistrato oggi più influente e combattivo di Milano, Armando Spataro, era discutibile ma chiaro: il trattamento riservato da Cia e alleati all’imam di Milano Abu Omar nel 2003 andava molto oltre le consuete regole dello stato di diritto per tempi ordinari, era diritto d’eccezione, comunque la si pensi di questa eternamente reincarnata Ragion di stato. 28 LUG 2013
Notturno nerazzurro Perché poi che cosa se ne va davvero, come una dissolvenza nei colori della notte, “il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle”, che cosa svanisce davvero della sponda inquieta e folle del balùn meneghino, se Massimo Moratti, il petroliere della Milàn di sciuri, che al Forte gira in bicicletta come un vero sciur de Milàn, vende davvero la sua Inter (mah, chissà, è ancora 12X), e non a un suo pari o a un suo dispari, ma al giovane tycoon indonesiano? Le carte son pronte e le garanzie bancarie pure, è arrivato in città Erick Thohir, con i suoi trecento milioni di euro in saccoccia pronti subito per il 75 per cento di un reame nobile del piccolo mondo antico, ma assediato dai debiti. Maurizio Milani Piangere fisso per Luisito Suarez e non per la fame nel mondo 27 LUG 2013
Il fighetto Dem E’ quasi peggio dell’accusa – che piove da destra, che piove da sinistra – di essere dei radical chic. L’ha buttata lì Enrico Letta, nella sua lavata di capo ai deputati del Pd: “Basta fare i fighetti, cercare l’applauso individuale con un tweet o su Facebook non basta più”. La figura del Compagno Fighetto comincia ad avere una sua stabile presenza, nella quotidiana ammuina del teatrino democratico – tant’è che pure il povero Bersani, pochi giorni prima di sprofondare, quasi disperato invocava i suoi: “E spegnete ’sti telefonini ogni tanto! La politica non si fa a colpi di tweet e di sms!”. Leggi l'editoriale Evadere per sopravvivere Stefano Di Michele 26 LUG 2013
Abu Omar e altro, ci scrive Spataro che le rendition non funzionano In due editoriali pubblicati nei giorni scorsi, Lei ha definito “vergognoso” e frutto di “grottesco accanimento giudiziario” il processo celebrato a Milano per il rapimento dell’egiziano Abu Omar, poi trasferito e torturato in Egitto. Lei ha poi esultato per il rilascio a Panama di uno dei condannati, Robert Seldon Lady che, da capo della Cia a Milano, fu tra i principali responsabili di quel fatto, aggiungendo che i metodi violenti della Cia, “fondamento ultimo della nostra libertà”, sono irrinunciabili per quei “patrioti di ultima istanza” che “devono… mettere in condizione di non nuocere feroci nemici della libertà civile nelle democrazie moderne” . Redazione 25 LUG 2013
Los Zetas, ovvero l’ultima lettera prima dell’inferno messicano "Bienvenida la muerte” cantava Manu Chao a proposito di Tijuana, a leggere “Z, la guerra dei narcos” (laNuovafrontiera) di Diego Enrique Osorno, sembra che il benvenuto sia l’orrore. Raccontato senza sublimazione, elencato nelle sue assurdità, declinato lungo la linea di confine tra Messico e Texas, consumato dal gruppo narco-modernista Los Zetas, strutturato in modo orizzontale dove conta l’insieme e non il capo, una sorta di calcio totale applicato al narcotraffico e al controllo del territorio. Un innesto sui vecchi cartelli di Sinaloa, Tijuana, Ciudad Juárez, di un corpo militare addestrato, moderno che prolifera mentre la droga diviene una questione culturale, uno stile di vita condiviso. di Marco Ciriello Redazione 18 LUG 2013
Candidatura fissa Come falso nomade di Milano ho deciso di candidarmi alla segreteria del Partito democratico. Il ragionamento è semplice: l’Unione europea stanzia 500 milioni l’anno per le minoranze etniche (giusto); 70 milioni arrivano a Milano. Perché dovremmo far gestire queste risorse a degli intermediari, o meglio, a dirigenti di un partito che dice di difenderci? Ok, grazie, i fondi li gestiamo direttamente noi nomadi, per cui assumiamo educatori, mediatori culturali e artisti di strada tra i nostri parenti. Ma non solo: il 7-8 per cento di posti lo lasciamo a chi non è iscritto al nostro partitone. Maurizio Milani 17 LUG 2013
Analogie calcistiche nella partita (aperta) per il Corriere Piazza Affari o La Scala del calcio? Cosa hanno in comune Diego Della Valle, John Elkann, Urbano Cairo, Andrea Bonomi e Marco Tronchetti Provera? Due le risposte valide: la Rizzoli Corriere della Sera e il calcio. La passione per l’editoria è infatti pari a quella che hanno per il pallone. I primi tre sono infatti gli azionisti principali di Fiorentina, Juventus e Torino, il quarto, rimasto ai margini della partita Rcs dal cui consiglio si è dimesso lo scorso aprile, è tifosissimo del Milan, squadra di cui la sua Banca Popolare di Milano è da poco diventata sponsor, mentre l’ultimo è il patron della Pirelli che compare sulle maglie dell’Inter. Redazione 17 LUG 2013
Finanza made in Italy Credito avaro, Bankitalia e Fmi aprono il processo alle fondazioni azioniste Il differenziale di rendimento tra Btp decennali italiani e omologhi Bund tedeschi ha chiuso a 293 punti, dopo aver sfondato quota 300 nel corso della seduta. Sulla fiducia degli investitori pesano le incertezze sui prossimi passi dell’esecutivo Letta, sommate alla richiesta del governo portoghese di rinviare a settembre la verifica del piano di salvataggio internazionale in corso, prevista per lunedì; a Borse chiuse, inoltre, Fitch ha comunicato di aver tagliato il rating della Francia da AAA ad AA+. La congiuntura politica, però, in questa fase sembra attirare meno le attenzioni di analisti e organizzazioni internazionali di quanto non faccia un’altra zavorra al piede di molte economie europee. Marco Valerio Lo Prete 12 LUG 2013
Parla Geronzi “Per comandare in Rcs servono soldi, DDV ce li metta, le banche escano” “Guardi, non è con le chiacchiere che si comanda. Enrico Cuccia diceva che nel mercato vale l’articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto”. E dunque Cesare Geronzi si arma d’un sorriso tagliente, la lettera di Diego Della Valle a Giorgio Napolitano deve essergli sembrata l’esplosione d’uno strano petardo nel salotto costituito della finanza italiana, “una sgrammaticatura”, dice. “E che poteva mai rispondergli il presidente della Repubblica, cosa c’entra lui con le questioni d’un azienda privata?”. Ruota gli occhi il presidente della Fondazione Generali, lui che in Rcs, assieme a Giovanni Bazoli, faceva e disfaceva (“cacciai Mieli, e assunsi De Bortoli”), lui che di sicuro non ama Della Valle, che è stato – e forse è ancora – un suo nemico. 11 LUG 2013
Batracomiomachia borghese Il “salotto” del capitalismo italiano non è più così “buono”, complici i cambiamenti imposti da un vincolo esterno potente come la crisi globale, ma resta pur sempre un salotto. E così Diego Della Valle (DDV) e Sergio Marchionne, uomini di denari e di idee che pure hanno innovato (o promesso d’innovare), nella contesa per il controllo del Corriere della Sera tornano per un po’ ad accomodarsi sul divano della borghesia. Senza disdegnare la confortevole coperta della gazzarra politica. L'editoriale La produttività è fottuta. E due - Fazio Consociativismo senza ritorno - L’Italia dei Boldrini processata da un gran Marchionne - Marchionne sferza l’Italia dei veti con “l’ultimo investimento”, per ora di Alberto Brambilla e Marco Valerio Lo Prete Redazione 10 LUG 2013