(foto Ansa)

Scuola, caso quarantene. Il governo smentisce il ritorno alla Dad con un solo positivo al Covid

Redazione

Una circolare del ministero della Salute aveva sospeso il protocollo vigente sulle quarantene degli studenti, accogliendo la richiesta delle regioni. Ma l'esecutivo: "Restano le regole precedenti". Incontro Lamorgese-prefetti per la stretta sui controlli

Con un caso di contagio al Covid le classi potranno fare ritorno alla Didattica a distanza. Era quanto prescriveva una circolare firmata ieri dal responsabile prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, che autorizzava esplicitamente i dirigenti scolastici a prendere decisioni di questa natura. Un vero e proprio dietrofront rispetto al protocollo firmato a inizio novembre, che mirava a disgiungere la durata delle quarantene proprio per permettere un maggior ricorso alla didattica in presenza e allontanare lo spettro della Dad. Decisione che in serata ha convinto il governo a correggere il tiro, spiegando che "non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato", perché "continuano a valere le precedenti regole sulla quarantena in classe". In sostanza l'esecutivo, dopo alcune ore convulse, ha diramato un'ulteriore circolare in cui dice che "a ulteriore specifica si precisa che, anche in considerazione della sopravvenuta disponibilità manifestata dalla struttura commissariale con nota inviata in data 30 novembre 2021, potrà essere mantenuto il programma di testing di cui alla circolare n. 50079 del 3 novembre 2021, per la verifica della positività dei soggetti individuati come contatti di una classe/gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell’infezione". Annullando la delibera di di ieri. 

Cosa sarebbe cambiato per la scuola?

Come detto, qualche settimana fa si era disposto, per le scuole primarie e secondarie, un protocollo per le quarantene degli studenti. Qualora si fosse accertato un caso positivo al Covid, non sarebbe scattata la quarantena per tutti gli studenti, i quali sarebbero stati sottoposti a test ripetuti nell'arco di cinque giorni, con una distinzione tra vaccinati e non. Mentre ieri, vista l'evoluzione epidemiologica e la scarsa capacità che hanno le Asl di operare un contact tracing realmente efficiente, le regioni avevano chiesto di sospendere questo protocollo, visto che già in moltissime realtà i dirigenti scolastici preferivano disporre una quarantena generalizzata data l'incapacità di ricostruire e monitorare la catena del contagio. Da qui la decisione del ministero della Salute di venire incontro ai governatori. "Siamo stati facili cassandre, avevamo lanciato l’allarme già pochi giorni dopo la pubblicazione della nota congiunta Salute-Istruzione n. 1218 del 6 novembre scorso", aveva commentato il capo dei presidi Antonello Giannelli. "Le scuole, nonostante le mille difficoltà e con uno smisurato carico di lavoro sulle spalle dei dirigenti e del personale, hanno retto. Lo stesso non possiamo dire dei dipartimenti di prevenzione che non sono riusciti sin da subito a garantire la tempistica dei testing e in molti casi non hanno applicato quelle procedure di tracciamento”. Ora però il governo ha deciso di tornare sui suoi passi originari.

L'incontro Lamorgese-prefetti per la stretta sui controlli

Intanto, sempre nella giornata di ieri, il ministro Luciana Lamorgese ha incontrato i prefetti e il capo della Polizia Lamberto Giannini per impartire nuove direttive in vista dell'entrata in vigore del cosiddetto super green pass, la certificazione rafforzata che permetterà l'accesso alla gran parte delle attività sociali ai soli vaccinati o guariti dal Covid. "In questa fase ancora molto delicata per la salute pubblica, le forze di polizia e le polizie locali continueranno a dare il massimo e ad agire con responsabilità ma anche con la necessaria fermezza, effettuando controlli più serrati sulla certificazione verde con una particolare attenzione alle aree e alle fasce orarie di maggiore afflusso di persone", ha specificato la titolare del Viminale, nel giorno in cui i sindaci hanno chiesto al governo di rendere obbligatorio in tutto il paese l'utilizzo della mascherina all'aperto in previsione dell'afflusso ai centri storici per le festività natalizie.

In queste ore poi il ministero dell'Interno è impegnato in una interlocuzione fitta con il ministero dei Trasporti per garantire che il controllo del green pass sui mezzi pubblici funzioni davvero. "Sarà un impegno notevole, ma faremo il massimo", aveva detto Lamorgese alla nostra Festa dell'Ottimismo, chiedendo un'assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti. 

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