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Più vaccini per tutti

Riammettere i medici no vax in corsia è una scelta pericolosa e contro la scienza

Sergio Abrignani

Motivi di buon senso dimostrano che non è il caso di non fare interagire un medico non vaccinato con dei malati. I dati mostrano l'efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione con le diverse varianti e già questo basta per motivare l'obbligo vaccinale

Si legge in questi giorni che l’obbligo vaccinale per i sanitari sarebbe stata una scelta basata su considerazioni ideologiche più che su dati scientifici. Io ero fra quei tecnici che hanno aiutato il governo italiano a gestire la pandemia da marzo 2021 a marzo 2022 e vorrei condividere con voi i dati scientifici che sono stati alla base della decisione dell’obbligo vaccinale per i sanitari.

Partiamo dalla fine, il decreto Legge 31/10/2022 n. 162 ha modificato il precedente dl 01/04/2021 n. 44 anticipando di due mesi (dal 31/12/2022 al 01/11/2022) la fine dell’obbligo vaccinale anti Sars-Cov-2 per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario. Il dl del 2021 prevedeva la sospensione dall’esercizio professionale per inosservanza dell’obbligo vaccinale. Le principali ragioni scientifiche che motivano l’obbligo vaccinale sono i dati di efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione con le diverse varianti che si sono succedute da aprile 2021 a oggi. I dati cui farò riferimento sono presi dalla più completa e recente pubblicazione scientifica che compara tutti gli studi di protezione vaccinale dall’infezione con le varianti Alfa, Delta e Omicron (PLOS Medicine). Fino a settembre 2022 i vaccini si sono basati esclusivamente sulla Spike del virus originario Wuhan e la protezione dall’infezione è diminuita nel tempo alla comparsa di ogni nuova variante. Da dicembre 2020 fino a giugno 2021 è stato dominante la variante Alfa contro cui i vaccini a Rna proteggevano dall’infezione intorno al 90%. Da luglio 2021 fino a dicembre 2021 è stata dominante la variante Delta contro cui i vaccini a Rna proteggevano dall’infezione fra il 70 e l’80%. Da gennaio 2022 a oggi sono dominanti le varianti Omicron (fino a giugno la 1 e poi la 5) contro cui i vaccini a Rna proteggono dall’infezione fra il 30 e il 40%. Anche i recentissimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità indicano che i vaccini Wuhan (ovvero i primi vaccini) proteggono fra il 20% e il 42% dall’infezione omicron.

Il dl di aprile 2021 era dettato dall’evidenza scientifica che i vaccini proteggevano fra il 70 e il 90% dall’infezione con Alfa o Delta. Quindi non scelta ideologica ma scelta molto scientifica basata su un basilare principio di sanità pubblica che impone di non fare entrare a contatto la popolazione malata con medici non vaccinati perché questi hanno un rischio maggiore di infettarsi e quindi di infettare altri. Riguardo la protezione dall’infezione con Omicron, è vero che da aprile 2022 abbiamo dati che indicano che i vaccini Wuhan proteggono “solo” il 20-40% (a secondo dell’età e del tempo trascorso dalla vaccinazione) dall’infezione con Omicron, ma questo significa che rimane ancora misurabile un rischio maggiore di infettarsi in chi non è vaccinato rispetto a chi è vaccinato e quindi rimane anche un rischio maggiore di infettare i malati con cui interagiranno. Si aggiunga a questo che da settembre 2022 si utilizzano vaccini che combinano alla Spike Wuhan la Spike Omicron e fra pochi mesi avremo dati che ci diranno se, come logica scientifica vorrebbe, i nuovi vaccini bivalenti proteggono più del vecchio vaccino monovalente Wuhan dall’infezione con Omicron.

Vi sono poi anche motivi di buon senso medico che suggerirebbero di non fare interagire un medico non vaccinato con dei malati: i) un medico che non si vaccina e uno che probabilmente consiglierà di non vaccinarsi e questo è molto pericoloso per un paziente; ii) un medico che non si vaccina non solo rischia di più di infettarsi, ma ha 5-7 volte più rischio di ammalarsi di malattia severa e quindi, con l’attuale alta circolazione di virus, saranno più frequentemente assenti. Possiamo quindi concludere che l’obbligo vaccinale anti Sars-Cov-2 per i sanitari introdotto dal dl 01/04/2021 n. 44 è stato dettato da evidenze scientifiche, mentre le motivazioni alla base del dl 31/10/2022 n. 162 che rimuove l’obbligo vaccinale non sono supportate da dati scientifici né da buon senso medico.

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