Il prof. Ferrari non è un martire

Redazione

Tutto quello che non si è detto sulle dimissioni del presidente dell’Erc

Attenzione a chi si veste da paladino della ricerca anti Covid e martire dell’euroburocrazia. Il prof. Mauro Ferrari, insigne scienziato italiano impegnato nella ricerca sulle nanotecnologie, si è dimesso da presidente dell’European Research Council (Erc), l’agenzia europea che supporta la ricerca scientifica. E ha motivato la sua decisione lanciando, dalle pagine del Corriere della Sera, un’invettiva contro le istituzioni europee che si sarebbero opposte a un suo “programma scientifico speciale, direttamente focalizzato su Covid-19”. Ho “purtroppo dovuto constatare le paralizzanti inefficienze dell’Unione europea”, ha detto Ferrari. La narrazione perfetta per una certa retorica sovranista: l’Europa se ne frega dell’epidemia e gli ottusi burocrati di Bruxelles fermano i progetti di uno scienziato italiano. Non è così.

 

Il tema Covid-19 è un aspetto marginale della vicenda. Il consiglio scientifico dell’Erc – composto da 19 scienziati bravi almeno quanto Ferrari, basti pensare che tra loro c’è il premio Nobel per la Chimica Ben Feringa – aveva sfiduciato all’unanimità Ferrari e chiesto le sue dimissioni ben prima che lui le presentasse. Secondo i colleghi, Ferrari dall’inizio della nomina “ha mostrato mancanza di impegno” e ha saltato “molte riunioni importanti, trascorrendo molto tempo negli Stati Uniti”. Inoltre è impegnato in una serie di iniziative “anche commerciali” che tolgono tempo al suo impegno istituzionale. Al momento della sua nomina, a maggio 2019, il Foglio era stato, con un articolo di Gilberto Corbellini, l’unico giornale a scrivere che Ferrari non era la persona adatta a guidare l’Erc perché si era mostrato inadeguato a giudicare la ricerca scientifica sul cosiddetto “metodo Stamina”, da lui incredibilmente descritto come “il primo caso importante per la medicina rigenerativa in Italia”. Ferrari arrivò addirittura a elogiare “le Iene” per come avevano fatto informazione su quella che si è dimostrata essere una pericolosa truffa. Non è quindi un martire. Semplicemente, era inadeguato a guidare l’Erc. Come ha scritto Corbellini sul Foglio, come poi ha riconosciuto il Comitato scientifico dell’Erc e come ha infine ammesso lo stesso Ferrari dimettendosi.

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