Foto LaPresse

Sorpresa: sempre meno persone muoiono a causa dei disastri naturali legati al clima

Piero Vietti

Siamo convinti di essere minacciati di continuo dai capricci di madre natura, ma è falso

Sempre meno persone muoiono a causa dei disastri naturali legati al clima. Curioso, vero? Bombardati quotidianamente da notizie di alluvioni, siccità, incendi, uragani e temperature troppo alte e troppo basse, ci siamo convinti di essere in pericolo costante, minacciati di continuo dai capricci di madre natura, arrabbiata con noi per le troppe emissioni di CO2 nell’atmosfera. Non passa giorno in cui non si legga di una tempesta tropicale che si abbatte su qualche costa densamente abitata, di temperature che costringono intere popolazioni a fuggire, di inondazioni improvvise, nevicate fuori stagione causate dal riscaldamento globale: logico pensare che, come dice l’antico mantra catastrofista, moriremo tutti. Logico, ma falso. Basta leggere i dati raccolti dall’International Disaster Database per accorgersi che i disastri climatici percepiti fanno molti più danni di quelli reali. A mettere in fila i dati ci ha pensato l’economista Bjørn Lomborg, che da anni studia l’impatto dei cambiamenti climatici sulle attività dell’uomo (senza negarli, ma nemmeno lasciandosi andare all’allarmismo più disperato) e a come la tecnologia e l’inventiva umana possono controllarne gli effetti.

 

  

Il calcolo è facile: dagli anni Venti del secolo scorso a oggi la probabilità di morire in un disastro naturale legato al clima è diminuita del 98,9 per cento. Nello stesso periodo la popolazione mondiale è quadruplicata, facendo aumentare di conseguenza il numero di persone esposte a rischi. La reazione spontanea a questa notizia è: “Ma come, c’è un uragano al giorno…”. Reazione legittima, ma fallace: Lomborg spiega come la percezione che i disastri naturali siano in aumento è dovuta al fatto che rispetto al passato sono segnalati meglio e più coperti dai media. I numeri dei morti sono questi, con un dato curioso: nell’immaginario di tutti il 2017 è stato un anno di emergenze – come non ricordarlo per il susseguirsi di alluvioni, siccità, incendi? I dodici mesi passati sono invece stati quelli in cui si è registrato il minor numero di morti causati da disastri naturali legati al clima degli ultimi trent’anni. Questo non significa negare che siano in atto cambiamenti climatici che potrebbero portare in futuro a un aumento dei decessi, dice Lomborg, ma che la nostra maggiore ricchezza e capacità di adattamento hanno ampiamente superato qualsiasi impatto negativo del clima. Non sarebbe allora il caso di abbassare i toni e concentrarsi su come evitare le morti causate da altri disastri naturali? Nell’ultimo secolo il numero di persone che annualmente perde la vita a causa di terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche non è mai diminuito.

Di più su questi argomenti:
  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.