La bioraffineria di Marghera. Foto LaPresse/Andrea Gilardi

L'innovazione non è una chiacchiera

Redazione

Da internet all’energia verde, ad aspettare i governi si perde l’attimo

Se negli anni Ottanta i G7 e G20 avessero preteso di imporre tempi e modi alla imminente rivoluzione digitale, forse nel 1998 Google non sarebbe nata, per non parlare dell’e-commerce e di industria 4.0. Così mentre Stati Uniti, Europa, Cina e Giappone discutono furiosamente sui cambiamenti climatici, sarà meglio lasciare che le aziende innovative e capaci di mettere d’accordo le ragioni dell’ambiente e del mercato vadano avanti e indichino la strada. Un esempio viene dalla riconversione della raffineria Eni di Marghera, costruita nel 1926 in pieno boom del petrolio, rifatta nel Dopoguerra e che oggi il gruppo ha destinato alla produzione di biocarburanti innovativi, a cominciare dal green diesel ricavato da oli vegetali usati e altri materiali di scarto, domestici e industriali. Il tutto grazie a una tecnologia, Ecofining, sviluppata con Honeywell-Uop, che viene venduta ai concorrenti. “Mentre in Europa si chiudono ventitré raffinerie – ha detto l’amministratore delegato dell’Eni Claudio De Scalzi all’inaugurazione, presente Paolo Gentiloni – noi facciamo una scelta opposta, le bioraffinerie”. A Marghera si affiancherà Gela, altro impianto che rischiava la chiusura, per un totale di investimenti in chimica verde di 4 su 21 miliardi in Italia. E’ un esempio, al pari dei programmi dei big dell’Auto nei motori elettrici, ibridi e nei materiali leggeri, di come le imprese, senza troppa prudenza diplomatica o tattiche politiche, riescono a creare innovazione meglio e più rapidamente dei governi. Il tutto, non dimentichiamolo, senza chiedere altri soldi ai contribuenti.

Di più su questi argomenti: