Perché sulla scienza "Le Iene" hanno torto anche quando hanno ragione
Davide Parenti e la ricerca della verginità perduta
Davide Parenti e le sue Iene stanno forse cercando di rifarsi una verginità? Demolendo nelle loro trasmissioni il ciarlatano giornalista Adriano Panzironi, che millanta di curare ogni malattia con dieta e integratori, sperano di cancellare il male e i danni che hanno fatto alla medicina e alla scienza? Adesso vanno da diabetologi, endocrinologi e gerontologi per farsi spiegare che le diete e gli integratori di Panzironi non curano alcunché, tantomeno diabete, morbo di Crohn e Alzheimer. Ma fino a oggi non si sono mai comportati in questo modo. Lo ricordava bene un anno fa Luciano Capone, ai tempi in cui andavano di moda le comparsate televisive della Brigliadori, che benché le Iene ridicolizzassero la presentatrice che fa propaganda per le cure naturali del cancro, in realtà gli effetti delle loro campagne sono più pericolosi delle sparate della Brigliadori.
Le Iene è un programma senza un’etica. Cioè senza valori e rispetto per le persone. Non andrebbe dimenticata la coincidenza tra il suicidio di un sacerdote omosessuale (2010) e la trappola infame, tesagli dalla trasmissione di Parenti, che lo sbatté come un mostro in pasto ai moralisti da quattro soldi. Come non andrebbe dimenticato il male, psicologico ed economico, causato dalle Iene ai malati colpiti da malattie degenerative incurabili e alle loro famiglie. Che sembra essere stata una scelta precisa di comportamento.
Il programma si interessò una decina di anni fa ai viaggi della speranza nei paesi dove si somministrano intrugli inefficaci spacciati come staminali, come Cina e Thailandia, inizialmente facendo della propaganda a un centro cinese e quindi inducendo numerose famiglie a dilapidare decine di migliaia di euro per niente. Alcuni scienziati si innervosirono e uno di noi – De Luca – nel 2009 fu intervistato dal programma proprio in merito a questi viaggi. Apparentemente capirono che si trattava di illusioni, sembrarono persuasi che proprio in Italia, non in altri paesi, stiamo sviluppando terapie vere con le staminali. Ma poi venne il caso Stamina e la squadra di Parenti perse letteralmente la bussola, diventando il megafono di due cialtroni che, a causa di un mix di ignoranza, narcisismo e psicopatia, hanno prodotto danni gravissimi a malati e famiglie, nonché alla sanità pubblica e al bilancio dello stato. Nel caso Stamina, come abbiamo scritto ai tempi, le Iene hanno manipolato i sentimenti di compassione umana, per consegnare nelle mani di un illusionista disturbato e malvagio, persone malate e famiglie disperate, usati come ostaggi per fare ascolto e ai fini di un ricatto politico.
Prima le Iene avevano concorso a diffondere l’inganno che un farmaco prodotto a Cuba e ricavato da veleno di scorpione fosse efficace a curare tumori. Non si sa quante persone hanno fatto viaggi a Cuba per acquistare un prodotto di cui non si conoscono gli effetti, ma che di certo non cura alcun cancro in vivo.
A Stamina è seguita la propagando durata settimane per la dieta Campbell, che millanta di curare il cancro con un’alimentazione vegetariana e priva di caseina. Per diverse puntate si ascoltavano esperti o pseudo-tali dissertare sul “China Study”, una vasta ricerca zeppa di dati e correlazioni (ben 8 mila!) dai quali Colin T. Campbell ha tratto, senza alcuna base scientifica, la conclusione che per prevenire il cancro si deve adottare una dieta vegana, senza proteine di origine animale e latticini. Non contente, le Iene si sono lanciate anche a raccontare che la dieta vegana non sarebbe servita solo per prevenire ma addirittura per “curare” il cancro, complice una consulente nutrizionista del San Raffaele, che ha costretto l’ospedale a intervenire con una smentita pubblica.
Ovviamente non si sono fatti mancare l’occasione di inzuppare il biscotto nella bufala del rapporto tra autismo e vaccinazioni. Nel 2014 e 2015 hanno realizzato alcune trasmissioni nella quali si avallava la tesi demenziale che l’autismo sia dovuto alle vaccinazioni. L’autismo non ha niente a che vedere con i vaccini e questo è stato provato al di là di ogni ragionevole dubbio. E’ del 2017 il servizio choc che collega, senza nessuna prova, il suicidio di un adolescente di Livorno al cosiddetto e mai documentato fenomeno del “Blue Whale” – un presunto gioco che porta al suicidio – attraverso la messa in onda di video che il giornalista ammette di aver ricevuto da una tv russa e di non averne accertato la veridicità prima di scatenare una vera e propria psicosi collettiva tra i genitori di ragazzi adolescenti. Fino ad arrivare all’ultimo attacco alla scienza con la vicenda dell’esperimento Sox sotto il Gran Sasso, che ha generato nella popolazione abruzzese un immotivato allarme e portato la commissione Attività produttive della regione Abruzzo ad approvare all’unanimità un ordine del giorno del M5S per il suo “blocco immediato e definitivo” citando proprio le Iene.
Ebbene, cosa ci dice de “le Iene” il fatto che ora mettano alla gogna il giornalista Adriano Panzironi, che consiglia diete senza carboidrati e prescrive integratori a base di cannella, curcuma dal modico costo di 250€ euro al mese? Parenti si è convertito sulla via di Damasco? O si tratta solo di una presa in giro per allocchi? Nel senso che per qualche mese se ne staranno tranquille, per poi tornare a fare i picconatori delle istituzioni e dei fondamenti scientifici della convivenza civile?
Noi pensiamo che quest’ultima sia l’ipotesi più verosimile. Quello usato dalle “Iene” è un metodo per fare audience che intercetta gli impulsi meno razionali dei telespettatori e che non è accettabile, eticamente, neppure applicato ai veri cialtroni. In quanto crea i presupposti, quando poi si trattasse di strumentalizzare i temi scientifici, per prendere la loro mistificazione sul serio in quanto alle spalle ci sono state alcune battaglie apparentemente giuste. Le Iene non dovrebbero occuparsi mai di medicina e scienza per fare campagne giustizialiste nella forma dell’intrattenimento, contribuendo a minare in pochi minuti il rapporto di fiducia tra i cittadini e gli scienziati, che i veri divulgatori scientifici hanno investito anni per costruire.
Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale del CNR
Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia