tesi bizzarre

Dalle spese private alla dieta mediterranea. Al Senato la Lega dà i numeri sulla sanità?

Giovanni Rodriquez

Secondo la senatrice del Carroccio Maria Cristina Cantù la spesa sanitaria italiana in realtà sarebbe oggi “ben oltre i parametri europei”. A questo va aggiunto che “grazie al clima e alla qualità del cibo" ci sarebbe un minor “fabbisogno complessivo” di salute. Eppure i dati raccontano una realtà ben diversa

Attenzione a non farsi ingannare dagli organismi internazionali. La spesa sanitaria italiana in realtà, se consideriamo anche quella out of pocket, ossia sostenuta dagli italiani di tasca propria, sarebbe già oggi “ben oltre i parametri europei”. A questo va poi aggiunto che “grazie al clima, alla qualità del cibo, alle buone abitudini e alla dieta mediterranea” nel bel paese ci sarebbe un minor “fabbisogno complessivo” di salute. Questa la bizzarra tesi sostenuta ieri dalla leghista Maria Cristina Cantù, vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità del Senato, nel corso del suo intervento sulla legge di bilancio approvata oggi in via definitiva.

Eppure, gli ultimi dati disponibili ci raccontano una realtà ben diversa. Secondo l’ultimo rapporto Health at a Glance Europe 2022 curato dall’Ocse, nel 2020 la spesa sanitaria pubblica e privata pro capite è aumentata in media di oltre il 5 per cento nei paesi dell'Unione europea, con un picco di più del 10 per cento registrato in Bulgaria, Repubblica Ceca e Ungheria. Quanto all’Italia, a fronte di una incidenza della spesa sanitaria pubblica e privata media europea sul Pil del 10,9 per cento, il nostro dato si ferma al 9,6 per cento. In cifre da noi si spendono 550 euro in meno a persona rispetto alla media europea. La spesa sanitaria italiana complessiva procapite a parità di potere d'acquisto nel 2020 è stata infatti di 2.609 euro a fronte di 3.159 euro della media UE. Il confronto è ancora più penalizzante se fatto con i nostri partner più importanti: in Germania la spesa è stata infatti di ben 4.831 euro e in Francia di 3.807 euro.

 

Quanto alla dieta mediterranea, al clima e alle buone abitudini queste senz’altro aiutano e contribuiscono al fatto che l’Italia sia il secondo paese al mondo per longevità. L’aumento della popolazione anziana però comporta anche un incremento delle cronicità e quindi della richiesta di assistenza sanitaria. Un elemento, quest’ultimo, che richiede una maggiore spesa sanitaria. E ancora, la senatrice Cantù nel suo intervento parlava della necessità di un “incisivo rafforzamento” per prevenzione, emergenza-urgenza e medicina territoriale. Rivendicava dunque lo stanziamento in manovra di 200 milioni per l’indennità di pronto soccorso già riconosciuta al personale della dirigenza medica e al personale del comparto sanità, dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale operante nei servizi di pronto soccorso. Una misura minima prevista, però, solo a decorrere dal 1° gennaio 2024 nonostante l'impegno di fronte al parlamento del ministro della Salute Orazio Schillaci di anticiparla al 2023.

Infine, Cantù ha parlato anche della necessità di investire, “cominciando dalla prevenzione in oncologia”, alla luce di un incremento di oltre 14mila nuovi casi diagnosticati su base annua. “Per questo – spiegava la senatrice – è stato recentemente promosso un intergruppo parlamentare con lo scopo di potenziare il piano oncologico nazionale”. Bene l'intergruppo, peccato però che in manovra sono stati tagliati anche quei 10 milioni annunciati dal ministro Schillaci proprio per finanziare il piano oncologico nazionale. Per fortuna ci restano almeno il sole e il buon cibo.

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