Con un occhio al bollettino

Le ultime settimane del super green pass. Il governo prepara il decreto (e un freno d'emergenza)

Ruggiero Montenegro

Domani il Cdm: a lavoro con test negativo anche gli over 50, per bar e ristoranti all'aperto niente qr code. Intanto Renzi si unisce a Meloni e Salvini: "Elimininare la certificazione rafforzata". Ma la nuova road map non sarà irreversibile. Impensierisce la risalita dei contagi

Il drappello si fan man mano più consistente. E a Meloni e Salvini, in prima fila già da tempo, si è aggiunto ieri Matteo Renzi. Anche lui adesso vorrebbe “eliminare velocemente in Italia, come hanno fatto Macron e Johnson, il super green pass e le mascherine. Per chi è vaccinato, Omicron è poco più di un raffreddore". Parole che arrivano alla vigilia del Consiglio dei ministri previsto per domani, in cui oltre alle misure energetiche, il governo dovrebbe mettere nero su bianco le prossime tappe verso l'allentamento delle restrizioni. In particolare superando l'utilizzo della certificazione verde, almeno secondo il meccanismo attuale. Oggi intanto ci sarà una nuova cabina di regia, saranno ascoltati i suggerimenti delle regioni, mentre ieri è stato il turno degli esperti del Cts, passaggi obbligati verso il nuovo decreto.

Le intenzioni non sono cambiate: le misure verranno progressivamente riviste e poi del tutto abbandonate, a partire dalla cerficazione rafforzata appunto. Ma ai ragionamenti del governo si è aggiunto un fatto “nuovo”, la risalita dei contagi. E se la settimana scorsa i casi si erano mossi all'incirca – e al netto di giornate particolari, come la domenica - tra i 50 e i 60 mila quotidiani, ieri il bollettino ha raggiunto quota 85.288. Mentre in Europa, dalla Germania alla Gran Bretagna, la curva è ritornata a crescere.

  

Tendenze che hanno imposto ulteriori riflessioni, soprattutto tra i più rigoristi come il ministro della Salute Roberto Speranza, che continua a ricordare come “la pandemia non sia finita”, invocando prudenza. Una posizione che viene riconosciuta tra i banchi del governo e quindi, per evitare di fare un passo troppo lungo, il calendario verso la normalità non sarà irreversibile, potrà essere stoppato e rivisto se dovessero sopraggiungere condizioni nuove. E d'altra parte nella stessa Germania che aspettava il 20 marzo come il “freedom day”, giorno in cui gran parte delle restrizioni ancora in vigore sarebbe stato salutato, vari Länder hanno deciso di aspettare ancora un po'. Spaventano i quasi 200 mila casi sfiorati ieri e “una situazione che fa paura”, come ha detto ieri il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach.

L'Italia vorrebbe evitare uno scenario simile, senza dissipare quel vantaggio che deriva dall'alta copertura vaccinale – oltre il 91 per cento considerando una dose, al 90 per cento con due e all'83 per cento considerando il booster – e che si concretizza in una pressione ospedaliera più che sostenibile al momento: 5 per cento l'occupazione delle terapie intensive e 13 per cento i reparti ordinari. 

 

Il nuovo decreto

Partendo da qui, il nuovo decreto allenterà soprattutto le misure valide all'aperto e al bar o al ristorante si potrà consumare senza esibire alcun qr code mentre al chiuso resta ancora il super green pass così come per le attività sociali e ricreative. Si andrà avanti così almeno per tutto aprile, discorso valido anche per l'utilizzo delle mascherine. Basterà invece il Green pass base invece per mense e concorsi pubblici, colloqui in carcere e per i trasporti a lunga percorrenza. 

Il tema più caldo è quello del super green pass per i lavoratori over 50: sarà superato, tornando alla versione base fino al 3o aprile, quando dovrebbe essere definitivamente archiviata ogni forma di certificato verde sui luoghi di lavoro. Anche se l'obbligo di vaccino per questa fascia d'età potrebbe essere – paraddosalmente – mantenuto. E al vaglio anche la revisione dell'obbligo per forze dell'ordine e docenti.   

E c'è poi il capitolo manifestazioni sportive: all'aperto si tornerà al 100 per cento della capienza una volta archiviato lo stato d'emergenza, al chiuso si punta al 75 per cento, ma potrebbe esserci una deroga per le qualificazioni ai mondiali di calcio, per Italia-Macedonia che si giocherà a Palermo il 24 marzo. Tutto questo, in attesa “di una seconda fase, ragionevolmente nel mese di maggio” in cui altre norme verranno meno, come ha ribadito il sottosegratario alla Salute Andrea Costa, tracciando la rotta verso “un’estate senza restrizioni”. E d'altra parte lo stesso Figliuolo è ai saluti, da aprile infatti saranno archiviate le strutture emergenziali come quella commissariale e il Cts, sostituite da un'unità operativa in capo al ministero della Sanità che gestirà il momento transitorio e il completamento della campagna vaccinale. Nel frattempo il generale Figliuolo ha spiegato che tornerà a occuparsi di questioni militari. Anche questo un passaggio verso la normalità.

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