Novavax, il vaccino che convince gli scettici. "Non mi fido al 100 per cento ma serve per lavorare"

Nuvaxovid fa ripartire le somministrazioni di prime dosi. Chi aveva paura dei farmaci a mRna ci ripensa: le limitazioni imposte dal governo spingono le vaccinazioni

Giorgio Caruso

Sono partite nel Lazio le somministrazioni di Nuvaxovid, il vaccino prodotto da Novavax, il quinto a essere approvato in Italia contro il Covid-19 dopo Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson. 

"C'è stata una grande risposta da parte di tante persone che aspettavano questo vaccino più tradizionale e che non volevano farsi inoculare i vaccini a mRna", dice il dottor Enrico Mauriello, coordinatore infermieristico dell'hub vaccinale del Policlinico Umberto I di Roma.

"Ho scelto questo vaccino perché è tradizionale e non è a mRna, che intacca a livello genico, anche se la fiducia al cento per cento non ce l'ho", commenta un ragazzo. "Ho preferito aspettare questo vaccino perché credo sia meno invasivo degli altri", aggiunge un altro paziente. Molti, hanno scelto di vaccinarsi a causa delle limitazioni imposte dal governo. "Non sono propensa verso nessun vaccino, ma mi serviva per lavorare e per andare a trovare mia madre che si trova presso una Rsa", commenta una signora. 

L'identikit di chi ha scelto il vaccino Novavax? "Sono tutte persone che volevano essere vaccinate con il classico vaccino. Fanno tante domande però noi siamo pronti a togliere qualsiasi dubbio. Ieri, sono state effettuate 100 dosi con il siero proteico e oggi altre 50 persone hanno scelto di farsi inoculare Novavax", conclude il dottor Mauriello.

 

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