Lezioni tedesche

Tamponi e mascherine, in Germania le scuole restano aperte. Il caso Brema

Daniel Mosseri

Nonostante l'aumento dei casi Covid, il neo cancelliere tedesco Olaf Scholz non ha imposto alcuna chiusura. Critiche da associazioni e sindacati.

Angela Merkel promise di fare il possibile per tenerle aperte ma nel 2020 fu obbligata a chiuderle a più riprese. Oggi, complice la diffusione dei vaccini, le scuole tedesche rimangono aperte. Anche durante il picco della quarta ondata di coronavirus. Lo hanno stabilito venerdì nella loro prima videoconferenza il neocancelliere Olaf Scholz e i 16 presidenti dei Länder tedeschi, competenti per scuola e formazione.

 

In una Germania che nel terzo anno di pandemia registra fenomeni settoriali di recessione a collo di bottiglia per mancanza di manodopera e di materie da lavorare, il governo punta a tenere aperto il paese, scuole comprese. Secondo quanto concordato fra il centro e la periferia, bambini e adolescenti che siano venuti a contatto con una persona affetta da coronavirus dovranno assentarsi da scuola per cinque giorni; sette i giorni di assenza per gli scolari positivi al Covid sempre che non abbiano avuto sintomi per 48 ore e tornino in classe con un tampone negativo, rapido o molecolare per il governo non fa differenza.

 

La disponibilità dei test anti Covid resta massiccia e capillare in Germania: se ogni tanto i tamponi scarseggiano nei supermercati, le tende bianche fuori dalle farmacie dove si offre il test rapido, rigorosamente gratuito, si trovano con grande facilità nelle città tedesche. L’allentamento delle misure della quarantena era stato auspicato sia dal re dei virologi, l’ascoltatissimo Christian Drosten dell’ospedale Charité di Berlino, sia dal neoministro federale per la Salute Karl Lauterbach, politico socialdemocratico e cattedratico di Epidemiologia clinica.

 

Eppure non tutti i tedeschi si sono spellati le mani per l’annuncio della scorsa settimana: un po’ perché a cinque giorni dalla fatidica videoconferenza con i Länder non è ancora chiara la data di inizio delle nuove regole; un po’ perché le categorie del settore scuola hanno storto la bocca. “Se questo allentamento delle regole di quarantena porterà a più persone infette che girano senza essere individuate nelle scuole, il colpo si ritorcerà contro”, ha detto ai giornali del Funke Mediengruppe Heinz-Peter Meidinger, presidente dell'Associazione tedesca degli insegnanti. “Applicare regole molto permissive nella scuole significa giocare con la sicurezza di studenti, insegnanti e genitori”, ha rincarato la dose Andreas Keller, numero due del sindacato del settore GEW. Proteste che esprimono un timore legittimo e che per onore di cronaca vanno riportate assieme allo sforzo non comune messo in piedi dalle amministrazioni di ogni livello per tamponare (è proprio il caso di usare questo termine) la situazione. Se ormai da novembre in classe tutti devono indossare la mascherina, una svolta è arrivata al rientro dalle ferie natalizie, quando tutti gli scolari di ogni scuola di ordine e grado sono stati testati giornalmente per cinque giorni consecutivi. A partire dalla seconda settimana, il ritmo dei tamponi è tornato a quello “ridotto” di tre volte la settimana. Una strategia dei grandi numeri messa in pratica ogni lunedì, mercoledì e venerdì mattina.

 

Quelle diffuse dal governo restano comunque linee guida: ogni amministrazione regionale resta libera di inasprirle. Così è nella piccola Brema, testa di serie per numero dei vaccinati in Germania ma anche hotspot della variante omicron con un numero di contagi fuori controllo: qua il tampone quotidiano in classe si fa per due settimane dal rientro dopo Natale ma sono esclusi dall’obbligo gli scolari vaccinati due volte da meno di tre mesi e quelli che hanno già ricevuto il booster. Se quattro o più bambini di una classe risultano positivi, l’intera classe passerà alla didattica a distanza ma solo per i cinque giorni imposti dalla legge. Poi si torna tutti sui banchi. E se fino all’anno scorso servivano anche la sciarpa e il cappello per i lunghi minuti di ventilazione imposti dalle regole anticorona, tutte le scuole della città sono state dotate di unità mobili di purificazione dell’aria, ha reso noto il ministero dell’istruzione della città-stato anseatica.

 

Domato il coronavirus nelle scuole, la prossima sfida per la Germania è quella dei vaccini: durante il varo del suo governo, Scholz aveva promesso una legge sull’obbligo vaccinale in Parlamento entro febbraio. Adesso i Liberali, parte della maggioranza, nicchiano fra le proteste dei medici tedeschi per i quali la patria storica dei No vax ha bisogno di una legge per il vaccino obbligatorio al più presto.

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