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Per ridurre la gravità del Coronavirus una soluzione c'è e c'entra con i vaccini

Ilaria Capua

Perché essersi vaccinato contro l’influenza stagionale è una delle cose sagge da fare (e si è ancora in tempo), per limitare i danni di un eventuale contagio dal nuovo coronavirus cinese

Sembrerà strano anche ai più vivaci sostenitori della vaccinazione come misura di sanità pubblica. Ai no-vax di sicuro e magari finalmente potranno dire che chi crede e promuove i vaccini è completamente pazzo. Ebbene sì, essersi vaccinato contro l’influenza stagionale è una delle cose sagge da fare (e si è ancora in tempo), per limitare i danni di un eventuale contagio dal nuovo coronavirus cinese.

 

Perché? Perché molti di voi, leggendo le notizie sulla mortalità di questo nuovo sconosciuto, si trincerano dietro al dato di fatto che spesso i decessi sono avvenuti in persone debilitate o a causa di malattie intercorrenti. Della serie: capiterà ad altri ma non a me – ovvero malattie intercorrenti non mi pare di averne viste in giro per casa. L’influenza è proprio una delle malattie intercorrenti che possono di molto peggiorare il quadro clinico di un soggetto infetto dal nuovo Coronavirus. Una superinfezione da Coronavirus cinese 2019 su un paziente con una sindrome influenzale può soltanto essere più grave e quindi essere maggiore causa di casi complicati e molto gravi che risultano in decessi. E questo vale per tutto il mondo, non solo per i cinesi. E' verosimile che il virus farà il giro del mondo: gli spostamenti di centinaia di milioni di cinesi, legati al capodanno cinese, i ritardi nella implementazione delle misure di controllo, ed un virus – a quello che sembra oggi – molto trasmissibile, sono ingredienti esplosivi quando si tratta di epidemie. Questa punturina è per confermarvi che la salute non è un fenomeno statico, ma dinamico e che la salute degli individui dipende dallo stato di salute della comunità. Costruire una barriera di protezione contro i principali patogeni (che includono l’influenza, almeno per le categorie a rischio) è un traguardo necessario anche per proteggerci anche contro gli effetti potenzialmente nefasti dei virus che ancora non conosciamo. La scienza funziona anche così.

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