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Roma Capoccia

Morotei per Meloni. Amarcord diccì nel centrodestra laziale

Marianna Rizzini

Tutti pazzi per l'ex Balena Bianca? La scomparsa di Raniero Benedetto, storico esponente Dc, diventa occasione per disegnare idealmente i confini di un’area “moderata” nel partito meloniano

Sono nel centrodestra, sostengono il governo Meloni e le sue derivazioni locali (vedi Regione Lazio) ma quasi quasi sembrano aspirare a raccogliere l’eredità politico-morale (e magari i voti?) dell’antico corpaccione democristiano. Succede così a Roma che la scomparsa di Raniero Benedetto, storico esponente Dc, già soprannominato “il Moro del Campidoglio”, diventi occasione per disegnare idealmente i confini di un’area “moderata” nel centrodestra meloniano. Intanto, i fatti: a fine luglio, per ricordare Benedetto – uomo che tra gli anni Settanta e gli Ottanta è stato consigliere regionale dalle preferenze innumerevoli e dalla presa inossidabile sul territorio laziale, nonché protagonista di varie stagioni in Giunta – viene osservato in Consiglio regionale un minuto di silenzio. Prende la parola a quel punto Antonello Aurigemma, presidente dell’Aula di Fratelli d’Italia con un passato da capogruppo alla Pisana di Forza Italia. E le parole di Aurigemma, non senza sorpresa da parte di chi non si aspettava una simile veemenza da parte di un meloniano, sono dense di commozione: “Volevo ricordare un collega, un uomo che ha segnato la storia politica della nostra regione, un amico sempre pronto e disponibile a dare generosamente contributi di competenza ed esperienza mai banali, spesso preziosi”, anche considerata la levatura culturale di Benedetto, capace di parlare in greco antico, da esperto di letteratura classica e filosofia.

“Un protagonista della storia della Dc laziale, tra i politici più brillanti e impegnati”, continuava Aurigemma. Ma l’estate ha visto un fervore post-moroteo non soltanto presso la presidenza dell’Aula regionale. Si è registrato infatti anche un certo attivismo dalle parti dei “Moderati”, movimento che, per dirla con il leader Enrico Fabbro, pur collocandosi nel centrodestra, “si è distinto come voce che cerca di bilanciare posizioni e cercare soluzioni pragmatiche per le sfide del paese”. Non riconoscendosi, dice Fabbro, “in un certo atteggiamento della sinistra”, i Moderati si sono appunto avvicinati alla destra, mantenendosi però su posizioni di dialogo con altri partiti. E su questa strada hanno incontrato Aurigemma, “punto di riferimento per chi cerca alternative alle posizioni più radicali”, dice Fabbro, “proprio per via della propensione al confronto e ai buoni rapporti con le forze di maggioranza e opposizione”. Ed ecco che si produce lo strano effetto di un’enclave morotea ufficiosa in casa Meloni.  
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.