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Roma capoccia

Perché l'anarchia edilizia condanna Roma a una perenne inefficienza dei servizi

Jacopo Giliberto

Densità urbana come rimedio ai problemi di ua città dispersa Traffico, trasporti e ambiente: cosi la capitale è condannata dal suo peccato originario palazzinaro

Fine pena mai. Voi abitanti di Roma rassegnatevi. La città meravigliosa in cui siete è destinata per sempre ad avere trasporti pubblici indegni, a subire un traffico lisergico di auto e motorini, a essere disservita da un’imbarazzante raccolta rifiuti, a essere percorsa da mute di cinghiali. Roma è condannata dal suo peccato originario palazzinaro. Finché Roma avrà la forma urbanistica imposta dall’anarchia edilizia, disseminata a piccoli addensamenti allungati lungo le consolari, iscatolata in costruzioni d’arrembaggio, dispersa in quartierini deposti dove capita, fino ad allora posare linee metropolitane, tram veloci, condutture fognarie e tutto il resto continuerà a generare disastri economici e sociali. La città dispersa è inefficiente, meno vivibile, molto più costosa e ha un impatto ambientale più alto rispetto alla città densa. Tutti i servizi a rete funzionano tanto meglio quanto più è denso e concentrato il bacino d’utenza. I singoli insediamenti disgregati che formano l’aggregazione di Roma sono troppo piccoli per rendere economicamente e ambientalmente tollerabile qualsiasi sistema di servizi a rete. Quando raccolgo i commenti e le proteste di voi romani, quando vedo le fotografie della stazione della linea B, la coda in attesa del taxi, le montagnole di spazzatura che assediano i cassonetti dei rifiuti e tutti gli altri motivi di indignazione, rispondo con la mappa delle sei linee di metropolitana di Milano (quattro completate e una in via di completamento sono dell’Atm e una è delle Fs). Per rendere sostenibile una linea serve avere tanta ma tanta tanta tanta gente che la usa.

La modesta quantità di viaggiatori (non i ritrovamenti archeologici addotti a scusa) è il vero motivo per cui Roma ha una rete indecente e costosissima di metropolitana, e in generale di trasporti pubblici. Per questo motivo, perciò, il traffico è soprattutto privato e intasato. Lo stesso vale per tutti gli altri servizi ai cittadini, reti telefoniche e di telecomunicazione, acqua e fogne, linee di autobus, raccolta dei rifiuti. La sequenza delle decisioni sbagliate nel tentativo di rimediare questa condanna a vita è ripetitiva e mostra che il motivo dell’inefficienza non è compreso. Ecco la sequenza classica che si ripete a Roma da decenni. Uno, indignazione collettiva. Due, il sindaco (nuovo o il candidato che vuole diventarlo) promette interventi radicali. Tre, viene rimosso l’amministratore delegato o il direttore generale di questa o dell’altra azienda partecipata. Quattro, il nuovo amministratore conferma che i servizi inefficienti e in perdita vanno risanati riducendo sprechi e costi. Cinque, per ridurre le inefficienze si taglia. Sei, il servizio peggiora ancora di più.

 

Un simpatico video

C’è un simpatico video di Ritals in cui Svevo, un romano expat a Parigi, confronta le dimensioni fra le due grandi città, ed esalta la quantità di aree verdi e aree agricole della sua amata Roma. (Chi volesse vederlo cerchi su YouTube il titolo “Ritals Extra Parigi vs Roma spazi verdi”). Appunto. Il divertente video dice che Roma è davvero molto dispersa, ma i romani sono entusiasti di questa caratteristica e ciò viene percepito come un vantaggio. Invece l’estensione enorme e la bassissima densità abitativa è la morte della città, ne impone l’invivibilità, ne aggrava l’impatto ambientale in modo vergognoso. Finché non avrà una densità da città, Roma non riuscirà ad avere la quantità sufficiente di popolazione per giustificare l’investimento nelle infrastrutture di supporto ai cittadini. Le infrastrutture saranno sempre in perdita economica, sottoutilizzate, pessimamente gestite.

 

Luoghi comuni

Si è scoperto che ha un impatto ambientale meno pesante una città ad alta densità abitativa. A parità di popolazione, l’impatto ambientale di 10 milioni di newyorchesi (riscaldamenti centralizzati, metro e bus, spostamenti a piedi o in bici, efficienza della distribuzione di merci e prodotti, efficienza delle reti di acqua luce gas eccetera) è molto più basso di 10 milioni di agricoltori redneck dispersi nella corn belt (villette singole di legno termoautonome, spostamenti in pick-up a 6 cilindri a V, distribuzione e recapito merci e prodotti con una logistica anarchica, pozzi neri al posto di fognature…). Il luogo comune “una città più verde è più ecologica” è un luogo comune. Non ha alcun significato quando si fa scienza ecologica.

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