Roma Capoccia

Le cravatte del Cav. Parla il sarto “ufficiale” Damiano Presta: “Boom di richieste dopo la morte”

Gianluca De Rosa

Dal 2011 forniva a Berlusconi una collezione ogni anno e i pacchi da tre o da sei per i regali agli ospiti. I suoi prodotti furono regalati dal Cavaliere anche a diversi presidenti americani, ma "per Trump non avrei mai fatto nulla, mi rovinava la reputazione"

Da quando Silvio Berlusconi è morto il laboratorio di Damiano Presta a Prati, è stato preso d’assalto. Al telefono lo chiamano da tutta Italia. Presta nato 56 anni fa a Torano Castello, paese di 5 mila abitanti della provincia di Cosenza, ma diventato a Roma sarto di successo,  era dal 2011 il  fornitore ufficiale di cravatte che il Cav. amava regalare a capi di stato, compagni e avversari politici. “Ne portò durante una visita negli Usa una confezione da sei per tutti gli ultimi presidenti americani di allora, da Bush senior fino a Obama”, racconta.


Ha persino una linea che si chiama Damiano Presta per Silvio Berlusconi con tanto di packaging ed etichetta: “E’ stato lui ad autorizzarmi, l’onore più grande della mia vita”. Tutto iniziò con una telefonata di Marinella Brambilla, la storica segretaria del Cav.  “Pensavo fosse uno scherzo invece era vero, aveva ricevuto una mia cravatta che gli era piaciuta molto. Da allora ho iniziato a fornire ogni anno cravatte per la sua collezione personale e per i regali”. Numeri che per eleganza Presta non fa direttamente, ma siamo nell’ordine delle migliaia l’anno. “Chi lo andava a trovare – racconta – usciva sempre con un dono, agli uomini una confezione da tre o sei cravatte e alle donne i foulard”.


Per sé stesso il Cav. era molto classico. “Le voleva  a fondo blu e con disegni piccoli sui quali mi ha sempre lasciato grande autonomia, ogni anno gli preparavo una collezione anche con 350 disegni diversi,  a volte si fissava con un solo modello e ne chiedeva anche due confezioni da 24, una per Arcore e una per Roma, poi succedeva che magari per tre settimane indossava sempre la stessa e a volte da Arcore il signor Giuseppe, il suo maggiordomo, mi chiamava per chiedere 24 cravatte aggiuntive”.   Tanti di coloro che le hanno ricevute in dono, poi sono tornati da Presta come clienti. “A dicembre – racconta il sarto – è venuto il ministro degli Esteri turco Cavusoglu – che in passato aveva ricevuto alcune mie cravatte da Berlusconi”. Per fortuna non sono mai arrivate all’ex presidente americano Donald Trump: “Mamma mia – esclama Presta – le sue cravatte non si potevano guardare,  bruttissime”. Un dettaglio estetico che, secondo il sarto, sottolinea tutta la differenza non solo sartoriale tra il Cav. e Trump. “Ma vogliamo mettere l’eleganza del presidente Berlusconi con la cafoneria di Trump? Se fosse un mio cliente non lo direi a nessuno”, scherza Presta. 

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