Miuccia Prada alla Milano Faschion Week (Lapresse)

Roma Capoccia - Odo romani far festa

Miuccia Prada da Vezzoli. Loach e Chomsky si collegano in video al Troisi

Giuseppe Fantasia

Mentre mezza Italia si è trasferita a Milano, prima per il MiArt e poi per il Salone del Mobile, c’è chi va controcorrente e scappa a Roma. Come la stilista milanese

Mentre mezza Italia e dintorni si è trasferita a Milano, prima per il MiArt e poi per il Salone del Mobile, c’è chi va controcorrente e scappa a Roma, come Miuccia Prada che – ancora inebriata dal successo delle mostre di David Cronenberg e Dara Birnbaum ancora in corso e i Prada Frames con Tom Ingold, Elizabeth Povinelli, Beatriz Colomina, Veena Sahajwalla e Hans Ulrich Obrist – arriva nella Capitale per Francesco Vezzoli. Prada or Nada, è il caso di dirlo (che poi è anche la cantante con cui facciamo aperitivo al Bar Vanni). Grande festa per l’artista bresciano al Palazzo delle Esposizioni per Vita Dulcis, paura e desiderio nell’Impero Romano, la sua mostra a cura di Stéphane Verger, il trionfo del dialogo tra arte antica e simbologie odierne, archeologia e cinema. Hanno dialogato a lungo su questi temi, di economia e dei media moderni (criticandoli) anche Ken Loach e Noam Chomsky al Cinema Troisi. Un incontro svoltosi come una festa trasteverina tra vino e birre, prima e dopo. “Vogliamo il lavoro ma combattiamo anche per avere l’arte, lo sport e lo svago”, ricorda Loach, scagliandosi contro i film americani e il nome scelto da Valerio Carocci and Co. “Perché intitolare la Fondazione all’America? Non vi andava bene De Sica?”.

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