Papa Francesco con i vertici della Cei (Ansa)  

Spina di borgo

La Cei non farà le barricate contro il ddl Zan

Matteo Matzuzzi

La Conferenza episcopale italiana si è fatta sentire con una nota sul disegno di legge approdato in Parlamento. Niente più che un tiepido appello a un "dialogo aperto e non pregiudiziale"

I vescovi italiani si sono fatti sentire sul ddl Zan, ormai incardinato in Parlamento. Una nota firmata dalla “presidenza della Cei” che definire tiepida è un eufemismo. I vescovi ribadiscono “il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna”. Si legge poi che “in questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. E’ necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative”. Quindi, scrivono i presuli, “auspichiamo che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale”. Tutto qui? Sì, tutto qui. La Chiesa italiana non farà le barricate contro il ddl Zan.

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.