Foto Imagoeconomica

Il sindaco dice di garantire bus accessibili ai disabili. Quanti? Zero

Massimo Solani

Virginia Raggi e il M5s ne avevano fatto un vanto, ma degli annunci sui social è rimasto ben poco. L'incubo di muoversi a Roma in carrozzina 

Roma. Sulla linea 990 che da piazza Cavour si arrampica fino a Montemario è successo il 10 agosto, e poi anche il 13, il 14, il 16 e via proseguendo. In totale ben diciassette volte in meno di un mese fra la prima settimana di agosto e la prima di settembre. Almeno diciassette volte in cui sulla linea 990 si è trovato in servizio un mezzo Atac totalmente sprovvisto di pedana per garantire l’accesso ai disabili. Non sarebbe una notizia, il problema è noto da decenni, se proprio il 990 non fosse una delle 4 nuove linee annunciate in pompa magna dalla sindaca Virginia Raggi il 9 agosto “per il trasporto delle persone con disabilità, garantendo la piena accessibilità ai mezzi”. “Da anni – proseguiva la sindaca – non si garantivano nuove linee totalmente accessibili alle persone con disabilità. Sale quindi a 21 le tratte dov’è garantita la presenza di bus dotati di pedane per la salita e la discesa dei passeggeri con difficoltà motorie”. Un annuncio rilanciato da gran parte della giunta romana, dal blog delle stelle e persino dagli account twitter ufficiali dei gruppi di Camera e Senato del Movimento.

  

Un mese più tardi però della propaganda grillina rimbalzata su centinaia di utenze social “megafono” secondo una strategia virale ormai nota, è rimasta soltanto l’eco. A scoprirlo alcuni blogger romani che si occupano di trasporto locale e che monitorano costantemente la rete trasporti di Atac secondo i quali, stando alle elaborazioni di dati campione, su ben 14 delle 21 linee “garantite” nel primo mese dopo l’annuncio della sindaca hanno viaggiato 120 mezzi totalmente sprovvisti di pedane per la salita e la discesa dei passeggeri con disabilità. La peggiore l’81 (27 autobus), ma il problema (2 volte) ha riguardato anche il 20, un’altra delle quattro nuove linee “garantite” annunciate dalla sindaca. “Va sottolineato però che la nostra rilevazione è ovviamente parziale e randomica sui mezzi in circolazione in due soli momenti della giornata – spiega il blogger Mercurio Viaggiatore – e ciò significa che quei numeri sono sicuramente molto più alti se consideriamo l’intero arco del servizio. Inoltre noi abbiamo segnalato unicamente i mezzi che sono totalmente sprovvisti di pedana. Sono rimasti ovviamente fuori dal nostro censimento le vetture con strumentazione non funzionante”. Se infatti secondo l’Atac il 74 per cento dei mezzi circolanti “sono dotati di pedana ribaltabile per viaggiatori a ridotta mobilità”, come spiegato dall’azienda il 15 luglio scorso, quello che i numeri non dicono e che invece addetti ai lavori, interessati dal servizio e sindacati raccontano è che le pedane elettriche di cui sono dotati gran parte dei bus sono per la quasi totalità costantemente fuori servizio a differenza di quelle “manuali” azionate dall’autista. Il risultato è che a oggi nessuna delle 21 linee garantite (delle oltre 250 che servono la Capitale) per l’accesso delle persone con disabilità è davvero totalmente accessibile.

  

“E’ una situazione incresciosa e intollerabile che si protrae da anni, e mi fa davvero specie che la sindaca si faccia pubblicità annunciando trionfante quattro nuove linee su un totale di 250”, commenta sconsolata Laura Coccia, ex deputata Pd e già atleta paralimpica. “Dire che ce ne sono 21 garantite per l’accesso ai disabili significa ammettere che l’80 per cento delle tratte bus di fatto non garantiscono che persone con difficoltà motorie possano salire. E sarebbe un successo da rivendicare addirittura attraverso i social ufficiali del Movimento di Camera e Senato?”. Coccia, da tempo, ha iniziato una battaglia per il diritto al trasporto pubblico delle disabilità motorie. “Una volta ho provato ad andare allo stadio con i mezzi – racconta – per un percorso di 40 minuti scarsi fra metro e bus, a me sono servite due ore. Cinquanta minuti solo per scendere dal piano stradale ai binari. Parliamo di quelle fermate della metro in centro da cui per un disabile è impossibile uscire? Parliamo delle fermate degli autobus a cui non possiamo accedere fra buche nell’asfalto, problemi strutturali delle fermate stesse e auto parcheggiate in doppia fila? Il trasporto pubblico, per le persone con disabilità motorie è semplicemente un servizio che non esiste. E sono questi i risultati che la sindaca festeggia sui social?”.

Di più su questi argomenti: