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Preghiera

Cosa significa tornare uomini, al ristorante

Camillo Langone

Tanto per cominciare, occorre respingere tutta una serie di cose: dall'orario di arrivo inderogabile alla cena con tempo massimo

Al posto dell’abusato “restiamo umani”, “torniamo uomini”. È l’esortazione ripetuta nell’ultimo libro di Emanuele Ricucci, “Indecenti” (Passaggio al Bosco), pagine in cui aleggiano Nietzsche, Jünger, Veneziani. Leggendolo, accuso Ricucci di starsene sulle generali, di fare della filosofia, di non fornire esempi. Mi riprometto di farli io gli esempi pratici di uno scandaloso ritorno alla virilità. Ma adesso che sto scrivendo mi ricordo che esprimersi, manifestarsi, è quasi impossibile. Molti esempi che ho sulla punta delle dita sono illegali, e quelli non illegali sono intollerabili. Proprio indecenti. Forse l’unico campo in cui si può ancora dissentire è quello enogastronomico. Incito dunque alla rivolta contro le vessazioni che i cuochi infliggono ai clienti.

Al ristorante, tornare uomini significa respingere:

1) il menù degustazione obbligatorio;

2) l’orario di arrivo inderogabile;

3) la cena con tempo massimo;

4) le prenotazioni soltanto online;

5) le prenotazioni con carta di credito e prelievo automatico in caso di disdetta all’ultimo momento;

6) le prenotazioni trenta giorni prima, tre mesi prima, come se si stesse implorando un invito a corte…

 

Chi si sottomette a una soltanto di queste pretese sappia che avrà un calo istantaneo di testosterone, chi accetta due o più condizioni sappia di essere un decentissimo eunuco.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).