(foto Ansa)

Preghiera

Tutte le città d'arte sono meretrici

Camillo Langone

Strilli pure quanto vuole Sangiuliano, ma le città sono così. E che il turismo fosse violazione e mercificazione l'aveva già capito James Joyce

Sangiuliano, biografo di Prezzolini, si rassegni: Prezzolini sta con la direttrice della fiorentina Galleria dell’Accademia, non con lui. Sta con Cecilie Hollberg che ha definito Firenze “meretrice” suscitando l’ira del ministro della Cultura. Strilli quanto vuole Sangiuliano, si dichiari offesissimo, minacci iniziative disciplinari, ma oggi tutte le città d’arte, quale più quale meno, sono meretrici. Non per colpa loro (statue, piazze, chiese non si mettono in vendita da sole): per colpa dei loro sfruttatori. Ben prima della presente invasione di alieni Prezzolini scrisse che l’Italia da “essere il centro artistico dell’Europa è diventata un distretto turistico dell’Europa”. Cogliendo nel fenomeno una caduta morale, un’onta. Un amico di Prezzolini, James Joyce, usò parole più dure: “Roma mi ricorda un uomo che si mantiene mostrando ai viaggiatori il cadavere di sua nonna”. Il concetto è chiaro: turismo come violazione, mercificazione, prostituzione. Facile fare la voce grossa con una dipendente (la Galleria dell’Accademia è statale, dipende dal ministero della Cultura): provi il ministro a chiedere una ritrattazione a Prezzolini e Joyce, sentirà le pernacchie.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).