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Ferdinando Camon è uno dei pochi scrittori che illumina il presente (se non il futuro)

Camillo Langone

Quest’autore apodittico, non emozionale bensì razionale, scrive cose più estreme di Vittorio Feltri. Ma non lo fa sui social, quindi nessuno lo sa. Sant'Antonio, conservamelo

Sant’Antonio perdonami, mi sono fermato a Padova non per pregare nel tuo santuario ma per conoscere Ferdinando Camon, il più grande veneto vivente. Patrizia Valduga, Sandro Zara, Stefano Lorenzetto, Roberto Brazzale, Romolo Bugaro, Nicola Verlato, Roberto Dal Bosco, per dire altri grandi veneti, li conoscevo già. Camon mi mancava, lo avevo soltanto letto. Quest’autore apodittico, duro, non emozionale bensì razionale, uno degli ultimi scrittori nati poveri in campagna, cresciuto senza scarpe, uno dei pochi scrittori non mafiosi, non romano e nemmeno romanocentrico e anche perciò non molto conosciuto in patria sebbene tradotto in mezzo mondo. Uno dei pochi vecchi scrittori che non sbrodola rimpianti sulla pagina. Uno dei pochi vecchi scrittori che illumina il presente se non il futuro (e potrei togliere il riferimento all’età: è pieno di scrittori non vecchi che parlano solo di passato...). Per tutto ciò il massimo veneto vivente. Camon che scrive cose più estreme di Vittorio Feltri, ma non come metodo e non sui social, quindi nessuno lo sa. Camon che nella sua casa al Portello mi ha regalato ulteriori insegnamenti (ad esempio: bisogna scrivere in uno studio separato dall’abitazione perché nell’isolamento la lingua migliora), e mi ha pure offerto un bicchiere di vino. Sant’Antonio perdonami e conservamelo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).