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Leggere Vitaliano Trevisan per scoprire il razzismo in Africa

Camillo Langone

In "Black Tulips", pubblicato postumo, racconta ciò che scoprì Nigeria: un razzismo triplo e totale, quello antibianchi, quello antiarabi e quello, tribale, contro gli altri neri

Vitaliano, Vitaliano Trevisan, l’altro giorno ero in Veneto e volevo venirti a trovare al cimitero di Sandrigo, sarebbe bastata una modesta deviazione, e invece no, mi sono attardato altrove, volevo dirti che saresti stato molto utile in questi giorni in cui gli italiani vengono accusati di razzismo e i nemici della patria, i commentatori di sinistra, dicono che è vero, gli italiani sono razzisti, e i complessati della patria, i commentatori di destra, dicono che è falso, gli italiani non sono razzisti, e in questo binarismo demente nessuno ricorda ciò che scrivesti tu in “Black tulips”: i più razzisti sono gli africani. Nel tuo ultimo libro, pubblicato postumo, racconti da par tuo il razzismo che scopristi in Nigeria, un razzismo triplo e totale, il razzismo antibianchi, il razzismo antiarabi e il razzismo, tribale, contro gli altri neri. Racconti i nigeriani schiavisti del passato (“Ci si razziava e ci si vendeva anche nell’ambito della propria etnia”) e i nigeriani ultrarazzisti del presente. Quelli che, ad esempio, rendono impossibile a un bianco (spregiativamente definito “oyibo”) camminare per strada senza adeguata scorta. A Lagos, la principale città dello Stato dei genitori di Paola Egonu.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).