I Genesis in concerto negli anni 70 (Wikimedia Commons) 

preghiera

Chi è sempre convinto della superiorità del passato sul presente si ravveda

Camillo Langone

Negli anni 70 c'erano i Genesis di "The Musical Box" ma il vino era balordo, malato e fetido di zolfo, nota Goffredo Parise. Le divinità passano il testimone, da Euterpe a Dioniso: oggi il vino è ottimo ma ci ritroviamo Achille Lauro

Mangio la gricia all’Osteria Chiana e col proprietario Federico Castelnuovo ci scopriamo comuni cultori dei Genesis anzi di Peter Gabriel anzi di “The Musical Box”. Chi vuol sapere a quale meraviglia mi riferisca vada a vedersi su YouTube il video della televisione belga, anno 1972, che per motivi anagrafici e geografici sia io sia Castelnuovo abbiamo conosciuto solo grazie a internet, dunque la nostalgia non c’entra: la venerazione per tale brano, capace di sopravvivere all’estinzione del suo contesto, è da considerarsi puramente estetica.

 

La gricia dell'Osteria Chiana (foto di Camillo Langone) 

 

Se in mezzo secolo la musica è evidentemente precipitata non mi consentirò di dire che è crollato anche tutto il resto. Insegna l’Ecclesiaste (7,10) che non è saggio essere certi della superiorità del passato sul presente. Ad esempio, nel 1972 il vino era balordo, malato, fetido di zolfo (lo scrive Goffredo Parise nei “Sillabari”), mentre oggi abbiamo molti vini buonissimi, sanissimi. Semplicemente succede che nella storia le divinità si passino il testimone, dopo gli anni di Euterpe (suonatrice di flauto proprio come Peter Gabriel) ecco gli anni di Dioniso. L’energia, la psichedelia, la bellezza, l’eterna giovinezza di “The Musical Box” non le trovo certo in Achille Lauro: le trovo nei nuovi vini frizzanti rifermentati in bottiglia.

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  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).