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Piatti quadrati. Il sadomasochismo dei menù degustazione
Un eroico cliente ignoto gira i migliori ristoranti italiani ed esige esclusivamente piatti rotondi. Come ha ragione: sono sensuali, dalle curve morbide ed erotiche. I quadrati o rettangolari sono il nichilismo decadente degli ingredienti sparpagliati
L’amico lettore sa che sono alla costante ricerca di poeti, di artisti, di eroi, di Santi, di pensatori, e che quando li trovo faccio nomi e cognomi per proporli all’universale ammirazione. Stavolta non faccio nomi né cognomi: dell’eroe odierno conosco l’eroismo, non l’anagrafe. Ho saputo che in alcuni fra i migliori ristoranti italiani si siede spesso un cliente capace di esigere esclusivamente piatti rotondi. Grande! Difficile che sia giovane, impossibile che sia povero, certamente è un uomo libero che non si piega ai capricci caporaleschi dei cosiddetti chef (invece da chiamare cuochi). E alla gastronomia come nichilismo. Perché dietro e dentro i piatti quadrati o rettangolari c’è un’ideologia distruttiva: c’è il decostruzionismo derridiano, c’è la dissoluzione della tradizione, c’è il sadomasochismo del menù degustazione (più o meno imposto)... Sono piatti spigolosi e dunque ostili, frigidi, di forma artificiale, perfetti per sparpagliare ingredienti secondo un manierismo decadente e pure decrepito, visto che la decostruzione è datata 1967. Mentre i piatti rotondi sono sensuali, di forma originaria, naturale, dalle curve morbide ed erotiche. Enormemente ammiro l’uomo così ricco di carattere e di cultura da porli come condizione al momento dell’ordinazione. Lode all’Eroico Cliente Ignoto.