Dispensa con botte, selvaggina, carni e vasellami, Jacopo Chimenti detto l’Empoli (Firenze 1551 -1640) 

preghiera

Censure gastronomiche

Camillo Langone

Oggi si può scegliere liberamente cosa mangiare? Falso! Al limite si può scegliere "quanto". Ma leggete "Le ricette regionali italiane" di Anna Gosetti della Salda, l'Artusi del Novecento, e scoprirete che oggi si mangia ciò che lo stato consente

Così come la pancia piena non crede al digiuno, il conformista non crede alla censura. Meno che meno il conformista gastronomico, convinto di vivere nel regno della libertà alimentare. Ad esempio il professore dell’università di Pollenzo che ne “Il cibo nel futuro” (Carocci) scrive soddisfatto: “Oggi si può decidere liberamente cosa mangiare, mentre fino a metà del Novecento la scelta per una larga parte della popolazione si riduceva a cibi poveri”. Macché: oggi si può decidere liberamente quanto mangiare, non cosa mangiare. Si apra “Le ricette regionali italiane” di Anna Gosetti della Salda, l’Artusi del Novecento (1967), e si scoprano gli innumerevoli piatti nel frattempo proibiti: la polenta e osei nelle diverse versioni (Bergamo ricetta 475, Brescia 476, Vicenza 829), i toscani bianchetti coll’uovo (ricetta 1131), i triestini datoli (datteri di mare) in sughetto (ricetta 666), il sanguinaccio abruzzese (ricetta 1534, ma ogni regione aveva la sua), i siciliani beccafichi nella cipolla (ricetta 2023)… O proibitissimi: il ligure cappun magru con mosciame di delfino (ricetta 279), la zuppa di tartaruga dell’Argentario (ricetta 1126)… Oggi si mangia soltanto ciò che lo Stato consente: lo si sappia, almeno.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).