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Nostalgia della grande peregrinatio mariana

Camillo Langone

Quando il famoso esorcista Amorth riuscì a suscitare la devozione in atei e comunisti con la statua della Madonna di Fatima

Strale della nostalgia, non colpirmi così. Me lo ha lanciato Saverio Gaeta con “L’eredità segreta di Don Amorth” (San Paolo) in cui ripercorre la grande peregrinatio mariana organizzata dal famoso esorcista nel 1959. La statua raffigurante la Madonna di Fatima suscitò in tutte le città italiane incredibili manifestazioni di devozione popolare. Ecco lo schema: “Intorno alle 19 l’elicottero atterrava nel campo sportivo o in un’ampia piazza; quindi si snodava la processione fino alla chiesa prescelta per ospitare la celeste visitatrice, che restava aperta l’intera notte con un susseguirsi di celebrazioni eucaristiche mentre i fedeli si accostavano ai confessionali e alla balaustra per ricevere la comunione”. Fu un’invasione cattolica. Quasi ovunque i partecipanti superarono il numero dei residenti, a Padova e Ancona furono più del doppio, a Salerno e Lecce più del triplo, a Sondrio e Campobasso più del quadruplo. Gli stessi vescovi rimasero esterrefatti. Il Messaggero scrisse: “La Madonna ha rinnovato in riva all’Adriatico il miracolo della fede. Non c’erano comunisti stasera a Pescara”. Non ero ancora nato ma provo una devastante nostalgia per quell’Italia dove i comunisti, ovvero gli atei, si convertivano con una statua.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).