Pablo Picasso "Nature morte au citron et un pichet rouge" (Malaga, 1881 - Mougins, 1973)

Metà falsi, tutti brutti

Camillo Langone

I quadri della collezione Tanzi (strascico del crac Parmalat) sono in questi giorni in mostra su e giù per l’Italia e verranno prossimamente venduti all'asta

Metà falsi, tutti brutti. Parlo dei quadri della collezione Tanzi, una parte dei quali prossimamente andrà in asta (strascico del crac Parmalat): in questi giorni sono in mostra su e giù per l’Italia, Parma, Firenze da venerdì prossimo, poi Roma, infine Milano. Non volevo nemmeno parlarne per non suonare maramaldesco nei confronti di un industriale fallito ma siccome la prima tappa della tournée è stata non solo nella mia città, nel mio isolato, non ho resistito alla tentazione di osservarli dal vero. Tristezza. La metà o quasi la metà dei quadri è costituita da quadri onestamente dichiarati falsi (“firma apocrifa”): non è detto che siano i pezzi più inguardabili. L’altra metà o poco più della metà dei quadri è costituita da quadri dichiarati veri che sono un atto di accusa contro: 1) il gusto dell’antico proprietario; 2) il gusto dei proprietari futuri; 3) gli artisti che, per chi crede nelle autentiche (io credo solo in Dio), hanno dipinto le varie tele; 4) il mercato dell’arte.

 

Nulla che vorrei appeso alle mie pareti, nemmeno il Picassino almeno solare, nemmeno l’ex De Nittis ora Corcos (domani chissà) che comunque è il quadro meno peggio. Il Monet per esempio è proprio sordido (e magari proprio per questo è davvero vero). Degli altri impressionisti e post-impressionisti c’era una fila di quadrini stitici, di bozzettini paralitici. Mai vista una mostra così affollata di parmigiani: attrazione per l’orrido? Piacere sadico per la disgrazia di un concittadino? La mostra della collezione Tanzi insegni a quali abissi conduca il collezionare arte senza criterio artistico alcuno, il collezionare artisti senza vita e dunque impossibilitati ad autenticare personalmente le opere, il comprare senza amore, alla diabolica ricerca dell’affare, il guardare senza guardare per intero, concentrandosi sui pochi centimetri della firma, ciechi su tutto il resto.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).