Vittorio Sgarbi (foto LaPresse)

Al Vittoriale di Vittorio Sgarbi

Camillo Langone

Ho dormito nel letto del D’Annunzio odierno, a villa Cavallini-Sgarbi a Ro Ferrarese

Da ragazzo sognavo di dormire nel letto di Gabriele D’Annunzio al Vittoriale. Da uomo, l’altra notte, ho dormito nel letto del D’Annunzio odierno, Vittorio Sgarbi, in quel Vittoriale vivente, pulsante, museo tuttora abitato, che è villa Cavallini-Sgarbi a Ro Ferrarese. Lui non c’era, era a Roma, in compenso mi faceva compagnia la Marchesa Casati, una scultura di ceramica anni Venti emanante perversione. Al Vittoriale di Gabriele bisogna rispettare gli orari di apertura, al Vittoriale di Vittorio posso arrivare a qualsiasi ora del giorno e della notte. A Gardone ci sono le guide turistiche, a Ro è Sgarbi in persona a guidarmi, via telefono, nell’affollato labirinto di stanze affinché veda le nuove acquisizioni (un notevole Tanzio da Varallo, ad esempio). Nel vecchio Vittoriale il lettuccio rachitico del Vate non si può nemmeno sfiorare, protetto da un cordone, mentre nel nuovo Vittoriale al letto matrimoniale del padrone di casa vengo accompagnato dalla gentile governante. E al mattino Elisabetta, l’altrettanto insonne sorella che ha organizzato il mio soggiorno al telefono da Milano, mi fa trovare sul tavolo della cucina la torta di tagliatelle preparata appositamente per me da una signora del paese. Sono un uomo fortunato, che non lo dimentichi mai.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).