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Le industrie farmaceutiche pensano che sia un ingenuo

Camillo Langone

I loro dolcificanti artificiali, oltre ai possibili danni alla salute, attentano anche alla mia dignità

E’ bello che l’industria farmaceutica italiana abbia superato quella tedesca. Adesso la prego di superare il pregiudizio nei miei confronti, e che la smetta di considerarmi un bamboccio. Vado in farmacia, chiedo un integratore e sull’etichetta leggo “Con edulcorante, senza glutine”. Dunque l’industria mi tratta come un bambino malato: sono i celiaci ad avere problemi col glutine e sono i poppanti a sdegnare l’amaro. Io non soffro di celiachia e sono grandicello, non ho bisogno che la pillola (in questo caso la bustina) mi venga inzuccherata. E’ un fatto innanzitutto morale. Ci sarebbe forse anche un fatto medico: alcuni scienziati considerano gli edulcoranti con sospetto. Il sucralosio contenuto nel mio integratore secondo i ricercatori della Duke University “può limitare gli effetti dei farmaci, alterare la flora batterica intestinale benefica e la secrezione ormonale”. Paradossalmente potrebbe far ingrassare più dello zucchero vero. Ammettendo che abbia invece ragione l’Efsa e che i dolcificanti artificiali non producano simili effetti, resta l’effetto sulla mia dignità: l’industria farmaceutica non mi considera abbastanza uomo da poter sopportare una medicina amara.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).