(foto Ansa)
dal campo largo
Dall'aeroporto di Firenze alle armi in Sardegna: le grane M5s per il Pd
In Toscana i 5s organizzano una manifestazione per dire no al raddoppio della pista di Peretola. Mentre a Cagliari la presidente Todde deve fronteggiare lo scontento degli iscritti per aver dato l'ok all'ampliamento degli stabilimenti della fabbrica di armi Rwb. Coalizione in confusione
Regione che vai, trappole dei Cinque stelle al campo largo che trovi. E’ l’arduo compito del governare con Conte e i suoi. Con esempi che ogni giorno che passa arrivano dai territori. Due su tutti: Toscana e Sardegna. Da una parte c’è il rifiuto alla nuova pista dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Peretola, che però nel frattempo il presidente Eugenio Giani vorrebbe concludere. Dall’altra il no categorico al riarmo da parte dei pentastellati che mal si concilia con la posizione presa dalla presidente della Sardegna Alessandra Todde, esponente dei 5s, che, dopo aver preso tempo, ha infine dato il via libera all’allargamento degli stabilimenti della Rwb, fabbrica di armamenti di base nel Sulcis. Con tanto di rivolta della base M5s sarda.
Ma partiamo dal caso toscano. Nonostante Giani e la sindaca di Firenze, Sara Funaro, tirino dritto e vogliano completare il raddoppio dell’aeroporto Vespucci, dai 5s si aggrappano all’accordo sottoscritto col governatore in cui si diceva di voler arrivare a un “ripensamento complessivo del progetto”. Per questo mirano da una parte a coinvolgere il Consiglio regionale, che potrebbe esaminarlo e potenzialmente rimetterlo in discussione. Dall’altra a far leva sulle competenze del nuovo assessore all’Ambiente David Barontini, in quota M5s, il quale non può interferire con il rilascio della Via (già licenziata da un decreto del Mit), quanto svolgere un’operazione di convincimento nei confronti di Giani per rivedere alcuni parametri ambientali del progetto. A ogni modo i 5s stanno già organizzando una manifestazione contro l’aeroporto che in sostanza sarà “contro Giani”: dovrebbe tenersi proprio a Firenze a gennaio.
Ma le tensioni forse più forti sembrano emergere dalla Sardegna, dove la presidente Alessandra Todde in queste ore ha reso noto di voler dare il via libera all’ampliamento dello stabilimento Rwm Italia. “Ho un ruolo istituzionale e lo devo svolgere fino in fondo, piaccia o non piaccia”, ha detto Todde di fronte a una platea di oppositori del piano. “Potrei strappare qualche applauso se dicessi no alla Valutazione d’impatto ambientale per Rwm, negando una nuova autorizzazione per i manufatti già realizzati. E il giorno dopo mi ritroverei i tribunali e gli uffici dello stato che commissariano la regione e ottengono lo stesso risultato a cui ora vi opponete”. Eppure l’ok della giunta è particolarmente problematico perché tocca da vicino uno dei cavalli di battaglia del M5s: il rifiuto di qualsiasi accostamento alle armi.
Se ne è avuta evidenza ieri alla Camera, dove i Cinque stelle, per mano della deputata Stefania Ascari, hanno ospitato la presentazione di un report dell’associazione “Boicottaggio disinvestimento e sanzioni” in cui si metteva nel mirino Leonardo e il suo presunto “supporto” alle operazioni di Israele a Gaza. Mentre sempre ieri, lanciando un’iniziativa al Monk di Roma per la Palestina, lo stesso Conte se la prendeva con “l’Europa in cui si pensa solo al riamo, e poi ci chiediamo perché è in crisi”. Una contraddizione resa ancor più palese dal fatto che la stessa Rwm ha annunciato una partnership con la Uvision Air, società israeliana, per la produzione di droni in Sardegna. Ragion per cui anche i parlamenti Cinque stelle glissano sulla questione, rimandando tutto al lavoro del deputato di Sassari Mario Perantoni, che in queste ore sta raccogliendo le rimostranze del territorio a partire da quelle delle associazioni ambientaliste che lamentano un “tradimento” dei 5s. Ma anche un’insofferenza montante nella base sarda del M5s. Come se non bastasse, poi, nelle ultime ore il rapporto M5s-Pd in Sardegna ha risentito di ulteriori fibrillazioni: Todde ha assunto ad interim la delega alla Sanità dopo le dimissioni dell’assessore uscente Armando Bartolazzi, oncologo romano chiamato direttamente da Conte, il quale ha denunciato di avere “più consensi all’opposizione che all’interno” della coalizione, anzi, “all’interno c’è la caccia alle poltrone”. I dem hanno chiesto a Todde di non tergiversare e indicare subito un nuovo assessore. Non esattamente una passeggiata di salute per il campo largo nelle regioni.