A Roma

L'affaire Decaro-Vendola irrompe alla festa di Avs al Monk. Schlein: "Troveremo una soluzione"

L'inaugurazione di "Terra!" si apre con qualche imbarazzo tra alleati: Avs blinda il suo candidato e chiede a Decaro di togliere il veto. Ma l'ex sindaco di Bari tiene il punto: "Non sono indispensabile". Conte è il quarto incomodo. L'impasse rimane e tutto finisce a crocché e supplì

Nicolò Zambelli

L'asse Bari-Monk imbarazza la Terra. Nella serata di ieri a Roma ha avuto inizio la seconda edizione della festa nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra. "Terra!", appunto, lo stesso nome dell'anno scorso. Ad aprire la cinque giorni di eventi sono stati i padroni di casa Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, insieme agli alleati e leader degli altri partiti d'opposizione Elly Schlein e Giuseppe Conte. L'appuntamento, intorno alle venti di sera, era al Monk.
 


I quattro si ritrovano all'ingresso del locale, tutti puntuali. Conte ha il pollice della mano fasciato a causa di un piccolo incidente domestico. I leader si salutano con baci e abbracci. Ma l'atmosfera conviviale che si respira con alle spalle le luci del tramonto si interrompe non appena i cronisti portano sul tavolo la cronaca politica. L'impasse legato alle elezioni regionali in Puglia continua a creare discussioni all'interno dell'alleanza e non sembra esserci soluzione.
 

Le porte del Monk ieri si sono aperte intorno alle 17. Da quell'ora sia Fratoianni che Bonelli, rispondendo alle domande dei giornalisti, hanno continuato a chiedere a uno dei protagonisti della questione Puglia, Antonio Decaro, di ritirare il veto nei confronti del candidato dei Verdi Nichi Vendola. Toni ragionevoli, volevano passi avanti.
 

Qualcuno da dentro al partito ci ha anche riferito che qualora non si fosse mosso qualcosa, Avs sarebbe anche disposto a candidare lo stesso Vendola in autonomia, distaccandosi dunque dall'alleanza del campo largo.
 

La speranza era che Elly Schlein smuovesse le acque, dopo aver convinto Emiliano a fare un passo di lato. La segretaria del Pd ha ribadito quanto detto in precedenza: Decaro resta il migliore candidato per la Puglia.  Ma "Troveremo una soluzione", assicura. "Se facciamo quello che la gente si aspetta, non sbagliamo".  Quanto a Vendola, ha detto la segretaria, "è una persona che io stimo e a cui voglio un gran bene. Penso che della lista di Avs si debba occupare Avs". Fratoianni annuisce e applaude, E insieme a Bonelli conferma che Vendola non si tocca.
 


Arriva dunque il momento dell'inizio dell'evento. Massimo Giannini modera i quattro. E mentre si discute su come quest'alleanza si sia evoluta nel corso di quest'ultimo anno, da Bari, tuona la risposta di Decaro. Con una nota l'ex primo cittadino ha mantenuto il punto sulla questione, ribadendo di non essere "indispensabile" né "insostituibile". Le sue condizioni non cambiano.
 

Dal palco Bonelli  richiama i principi di libera scelta delle liste dei candidati, spiegando che i veti vanno messi sui programmi e non sulle persone: "Io e Nicola non ci mettiamo a fare le liste del Pd, no?". Fratoianni, invece, si rivolge direttamente a Decaro spiegando che Avs resta il migliore alleato: "Non mi spiego veti di un certo tipo". L'unico a restare in silenzio – anche perché non interpellato da chi moderava l'incontro – è stato Giuseppe Conte.
 

Dopo un acceso confronto tra i tre, Giannini ha virato su altri temi: salario minimo, riarmo, passando per Gaza. La discussione sull'argomento non ha portato a soluzioni all'impasse, che resta. Il tema resta apertissimo. Ma poco male. A dibattito concluso, i quattro si sono concessi una birra e una sigaretta (anche Schlein) nel retropalco, per distendere i nervi prima della cena. A cui tuttavia Conte non partecipa, ha infatti deciso di lasciare la festa non appena è concluso il dibattito.
 

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