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Il referendum perso sulla cittadinanza agita il campo largo. Magi: “Sconcertato da Conte”

Redazione

Il leader del M5s sfida +Europa a ragionare di Ius Scholae senza accontentarsi “di aver piantato una bandierina”. Le sponde di Azione e Forza Italia. Il leader radicale accusa l'ex premier: “Cerca alibi per continuare a non fare nulla”

Dopo la delusione del referendum, il campo largo si avvita attorno alla cittadinanza. Il quesito promosso da +Europa prevedeva un dimezzamento dei tempi necessari a concederla, ma ha ottenuto molte meno adesioni rispetto a quelli sul lavoro. "È un tema su cui noi siamo sul pezzo – ha detto alla stampa il leader del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte – il problema è che una battaglia che riteniamo giusta, dove è stato offerto uno strumento che, l'ho detto da subito, ci ha lasciato perplessi e che ritenevamo sbagliato”. Secondo l'ex premier, lo strumento migliore è lo Ius scholae, verso cui sia Tajani che Calenda hanno mostrato pareri favorevoli. “Vediamo se sono solo chiacchiere, come è già successo nella scorsa estate - quando gli annunci di Tajani si rivelarono diversivi da ombrellone - o se finalmente si vuole fare sul serio”, ha commentato Conte nel pomeriggio in una nota. Subito dopo, ecco una frecciata al leader radicale; “Magi e +Europa cosa faranno? Si accontenteranno di aver piantato una bandierina o convergeranno su questa ragionevole soluzione? Avviare una discussione sullo Ius scholae e arrivare all'approvazione di un testo serio e di vero cambiamento per una reale integrazione è il modo migliore per offrire al paese una riforma di civiltà e dare seguito alle intenzioni di tutti coloro che si sono pronunciati sul quesito referendario”. 

 

Non si è fatta attendere la risposta del segretario di +Europa, secondo cui il quesito sulla cittadinanza era una proposta equilibrata, “ma c'è una parte significativa del Movimento cinque stelle che non ha sostenuto questo referendum”. Magi si è poi detto “sconcertato da Conte che dice che con questo referendum abbiamo allontanato la soluzione: quando lui ha governato, ha allungato da due anni a quattro anni i tempi burocratici per la concessione della cittadinanza. Con il Conte 2 li ha portati a tre. A me sembra che Conte, così come Tajani che oggi rispolvera lo ius italiae, cerchino alibi per continuare a non fare nulla". Poco dopo, su Instagram, il leader di +Europa ha continuato a difendere il referendum, sottolineando come il tema fosse “letteralmente scomparso dal dibattito parlamentare dal 2017, fin da quando anche per le forze “progressiste” era diventato “sconveniente”. Così ci dicevate (...) Oggi pensavo che il fronte progressista si sarebbe unito per una battaglia giusta. E invece no”. 

 

               

 

Dal M5s al Pd, il passo è breve. “C'è anche un pezzo di elettorato del Partito Democratico che su questo tema non è convinto – ha ricordato Magi ai cronisti di Montecitorio questo pomeriggio – ma questa è anche la conseguenza del fatto che il Partito Democratico ha inseguito politiche di destra sull'immigrazione e quando si inseguono le politiche di destra, si contribuisce a creare un'opinione pubblica di destra. Questo è il cuore del populismo”. Le prime analisi sulle urne dell'Istituto Cattaneo di Bologna, infatti, confermano l'indecisione sul tema da parte dei dem: una quota fra il 15 e il 20 per cento di chi ha votato Pd alle europee del 2024 ha espresso un voto negativo nel quesito sulla cittadinanza.

Ma a vedere di buon occhio il percorso tracciato da M5s, FI e Azione sono anche i riformisti del Pd. “Non trascuriamo il referendum sulla cittadinanza. La risposta mi ha sorpreso. Da lì dobbiamo ripartire, con lo ius scholae. Su questo puoi sfidare la destra”, ha detto all'Ansa, la senatrice del Pd Simona Malpezzi, auspicando un Partito Democratico aperto a più mondi possibili: “Se fa una coalizione deve essere ampia e deve esserne il perno. In questo caso ha lavorato in coalizione ma occupando solo uno spazio, trascurando un pezzo del suo elettorato: noi siamo quelli della vocazione maggioritaria e dovremmo ricordarlo sempre”.