
Ansa
il colloquio
Pina Picierno (Pd) sui referendum: "Schlein è incastrata nel passato"
La vicepresidente dell'Eurocamera accusa la sinistra di non riuscire a parlare al presente. Ha fatto "un regalo a Giorgia Meloni" e si è presentata agli elettori "in preda a polarizzazioni identitarie, intrappolata in una bolla di tifoserie avversarie”
“Il Pd di Schlein è incastrato nel passato mentre il fronte progressista, per vincere, deve parlare di futuro”. Lo dice, parlando al Foglio, la vicepresidente dell'Eurocamera ed eurodeputata dem, Pina Picierno, commentando il risultato del referendum. A frenare l’affluenza sarebbe stata dunque una sinistra che si è presentata agli elettori “in preda a polarizzazioni identitarie, intrappolata in una bolla di tifoserie avversarie”, uno spettacolo che alla fine “ha fatto guadagnare qualcosa solo alla destra, facendo un regalo a Giorgia Meloni”.
Da Bruxelles, Picierno manda al Nazareno un messaggio chiaro che non è una sfiducia, ma piuttosto un allarme: “nessuno ha mai messo in dubbio la leadership della segretaria, ma forse è Schlein che ha messo in dubbio troppo spesso una cosa: che lealtà non vuol dire silenziare le divergenze, e che magari, per essere più efficaci nella nostra offerta politica, era necessario più pluralismo e condivisione”, spiega l’eurodeputata dem. La divergenza più profonda tra Picierno e il Nazareno stava infatti su quel quesito sul Jobs Act da cui la vicepresidente aveva preso le distanze da mesi, definendolo anacronistico e contro la proprio storia. E e all’indomani del voto la dem torna infatti a sottolineare la sua posizione: “la crisi di partecipazione vista ieri è anche dovuta a un corto circuito chiaro: nulla di quello che diciamo o facciamo sembra alleviare i bisogni o promuovere i meriti degli italiani. Non si contrasta la precarietà esistenziale e del lavoro delle nuove generazioni attraverso una riedizione dei picchetti, ma in orario da aperitivo”, attacca Picierno.
Una “battaglia di retrovia”, quella sul Jobs Act, che ha fatto anche “passare in secondo piano i veri temi del lavoro e del welfare, come sono discussi oggi in Europa: nelle battaglie per un salario adeguato, per l’ammodernamento delle leggi alle nuove realtà lavorative, come ad esempio la fondamentale battaglia combattuta sulla direttiva europea sui lavoratori delle piattaforme, i rider e gli autisti delle nuove app, condotta peraltro dalla collega dem Elisabetta Gualmini”, spiega Picierno.
“C’è un desiderio di affermazione, di conoscenza, di competenze diffuso tanto nel lavoro quanto nell’impresa, a cui non viene riconosciuto nulla, se non calci nel sedere. Vale per i salari, per la fiscalità, per la ricerca scientifica e tecnologica. La nostra lotta dovrebbe essere contro il privilegio, la rendita e il capitalismo relazionale all’italiana, non contro una presunta deriva padronale”, insiste Picierno.
A seguire le parole di Picierno, il Pd della segretaria più giovane della storia ha dunque il problema di essere troppo vecchio: “sembriamo sempre presi dalla necessità di giocare i supplementari dell’eterna partita nella sinistra, mentre a nessuno frega più della lotta novecentesca tra socialdemocratici e massimalisti, tra moderatismo e radicalità. La nostalgia provoca distorsioni e fratture, ed è proprio quello che è accaduto ieri”, continua Picierno.
“Il Pd è nato per superare il Novecento. Qualcuno ritiene le sue ragioni fondative superate? Bene, lo riconosco anch’io: non è lo stesso tempo, e molto è cambiato. Ma metterle in discussione per tornare agli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, oggi, è consolatorio, anzi illusorio”, aggiunge la vicepresidente dem. E tra le vittime eccellenti del referendum, voluto dagli ideologi del campo largo, c’è poi il dibattito sulla riforma della legge italiana sulla cittadinanza, un danno che Picierno ritiene “il più grave di questa tornata elettorale”.
“Il quesito sulla cittadinanza meritava un dibattito largo e fondativo nel Paese, con tutte le forze politiche. Era un quesito sacrosanto, che ora rischia di essere archiviato per sempre, anche visti i risultati inquietanti”, spiega l’eurodeputata dem. “Ora occorre una battaglia per velocizzare l’iter già esistente. Ci sono nostri concittadini che attendono anni e anni solo perché la struttura burocratica dello Stato non è efficiente. Questo è un correttivo immediato da applicare e un passo pratico da intraprendere subito”, aggiunge Picierno.


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