Gian Marco Centinaio - foto Ansa

Tensioni

Centinaio (Lega): "Non voterò Vannacci, voto qualcuno che si è fatto il mazzo nella Lega"

Redazione

"Il mio entusiasmo sulla sua candidatura è a meno duemila", dice il vicepresidente del Senato. Il nome del generale è ancora motivo di perplessità nel Carroccio, che nelle sue battaglie prioritarie, come l'autonomia, non trova l'assist della premier Meloni: "Nessuna pressione al Parlamento"

"Il mio entusiasmo per la candidatura di Vannacci? È a meno di duemila". Sono parole del vicepresidente del Senato, ed esponente della Lega, Gian Marco Centinaio. In un'intervista al programma di Rai Radio 1 "Un giorno da pecora", l'esponente del Carroccio ricalca le agitazioni interne al partito sulla possibile corsa alle europee del generale. "La mia opinione è nota – continua l'ex ministro dell'Agricoltura – la Lega deve candidare leghisti, già uno che deve meditare se candidarsi o no non lo sceglierei mai. Se Vannacci sarà candidato nella mia circoscrizione non lo voterò, sceglierò uno della Lega che si è fatto il mazzo sul territorio".
 

Una linea, quella di Centinaio, che è condivisa da diverse anime all'interno del partito e che è stata già espressa anche qualche settimana fa: "Penso sia più giusto premiare persone, militanti, amministratori ed europarlamentari uscenti che ci sono da più tempo". All'inizio di aprile, una ventina tra sindaci, ex deputati e segretari del Carroccio hanno scritto direttamente a Matteo Salvini per invocare un cambio di rotta. E anche il capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo ha specificato che il sì alla candidatura arriverà solo "se sarà accompagnato da leghisti storici". Una impasse che non è ancora stata superata.
 

Sullo sfondo, poi, continuano ad andare avanti le iniziative parlamentari care alla Lega, in primis quelle legate all'autonomia differenziata - legata a doppio filo al premierato Un dossier che Centinaio, come spiegato più volte, vorrebbe già completo entro le elezioni europee di giugno, ma sul quale la premier Giorgia Meloni, proprio ieri intervenendo al Vinitaly, ha spiegato: "Non dipende da me, lungi dal governo mettere pressione al Parlamento. Sicuramente i gruppi parlamentari, in questo caso della maggioranza, hanno fatto del loro meglio per terminare il lavoro della commissione, che dovrebbe portare all’approvazione il 29 aprile. Dopodiché, dipende dall’andamento dei lavori parlamentari, da quanta opposizione verrà fatta". Insomma un rinvio al dopo elezioni non si può escludere. 

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