(foto Ansa)

Il retroscena

Lega insicura. Ostentano compattezza, ma sul nuovo simbolo tra i salviniani c'è chi teme la “parabola Renzi”

Luca Roberto

Nel Carroccio pubblicamente smentiscono la notizia del nuovo simbolo "Italia sicura" presentato da Salvini. Crippa: "Lavoriamo alle liste con la Lega-Salvini premier". Ma nelle chat interne c'è chi scherza: "Faremo la fine di Italia viva?"

In pubblico smentiscono, la bollano come una falsità. Eppure nel privato i leghisti non nascondono tra di loro più di qualche apprensione. Ieri mattina nelle chat interne agli eletti del Carroccio è iniziato a circolare l’articolo del Foglio che dava la notizia di un nuovo simbolo, “Italia sicura”, depositato da Matteo Salvini nell’eventualità di un tentativo di destituzione da segretario. Al che un deputato del nord se n’è uscito in questo modo: “Ma quindi è vero che abbiamo imboccato la stessa parabola di Renzi?”. Dove per parabola renziana s’intende prima una crescita insperata per le dimensioni del partito, poi una progressiva caduta elettorale, e dopo ancora una rovinosa scissione. “Faremo la stessa fine?”, era un po’ il succo dell’intervento.

 

E pensare che invece, davanti ai cronisti, gli esponenti del Carroccio ce l’hanno messa tutta per esibire compattezza e solidità e fare quadrato attorno al loro leader, forte anche dell’infarcimento di fedelissimi, soprattutto alla Camera. E questo ancor prima che arrivasse la nota della Lega a stabilire la posizione ufficiale del partito, in tarda mattinata: “Nessun nuovo simbolo. Le notizie apparse questa mattina relative a ‘Italia sicura’ sono totalmente prive di fondamento. La Lega e Matteo Salvini agiranno in tutte le sedi contro l’ennesima menzogna: abbiamo ormai perso il conto del fango e delle calunnie contro il partito e il suo leader”. Avvicinato dal Foglio, il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari spiegava di “non saperne assolutamente nulla. Me lo hanno riferito diversi giornalisti, ma non ho alcun riscontro. Perché, è vero?”. E quando gli chiedevamo se fosse il caso per Matteo Salvini di sgombrare il campo da equivoci, Molinari ci consigliava di chiedere a Stefano Locatelli, il responsabile Enti locali della Lega, anch’egli in quel momento di passaggio in Transatlantico: “E’ lui che si occupa delle trattative, magari sa qualcosa”. Solo che quest’ultimo ci sfuggiva e sgusciava via prima ancora che riuscissimo a chiedergli alcunché. Anche dal segretario della Liga veneta Alberto Stefani, l’uomo di Salvini nel ribollente nord-est che ha appena espulso l’eurodeputato dissidente Gianantonio Da Re, abbiamo ricevuto la stessa identica risposta monocorde: un’alzata di spalle e un “non ne so veramente nulla”. Al termine della discussione parlamentare, allora, incrociando il vicesegretario Andrea Crippa abbiamo provato a chiedere lumi anche a lui: “Un nuovo simbolo? A me non risulta affatto e abbiamo già smentito. Stiamo lavorando alle liste per le europee e presenteremo come sempre il simbolo Lega-Salvini premier”, dice. Accanto a lui, nell’ala fumatori di Montecitorio, annuisce anche il segretario della Lega giovani, il lombardo Luca Toccalini. Probabilmente è quello che ci direbbe pure l’onorevole Alberto Bagnai, che però appena riceve notizia di parlare con il Foglio reagisce in questo modo: “Nuovo simbolo? Mi dispiace ma non leggo i giornali, e almeno un po’ è merito vostro”. 

 

Sul canale parallelo, quello delle conversazioni private, però una certa qual frustrazione dei deputati scorre carsica. Perché a Salvini molti eletti, soprattutto del centro-sud, rimproverano uno schiacciamento sulle posizioni dell’ultradestra europea. Tanto che quando si prova a chiedere a deputati di secondo piano se sabato saranno alla reunion di Id ai Tiburtina Studios, alla presenza di alleati imbarazzanti dal Ressemblement nationale a Afd, nicchiano, allargano le braccia, si fanno meditabondi. Ragion per cui il sottosegretario Claudio Durigon, temendo sale deserte, è stato assoldato in modalità “buttadentro”. Salvini, che ieri è tornato di nuovo a fare i complimenti a Trump per le vittorie in “Florida, Illinois, Ohio, Kansas e Arizona”, anche per cercare di fornire all’esterno l’immagine di un partito unitario ha radunato per stasera alle 19 un nuovo consiglio federale della Lega. Oltre all’appuntamento di sabato si parlerà anche di europee e di elezioni amministrative. Sullo sfondo c’è sempre la candidatura del generale Vannacci, che doveva essere annunciata nel weekend ma molto probabilmente slitterà. A proposito di europee: nella corsa di giugno un ruolo di primo piano Salvini lo assegnerà a Susanna Ceccardi, anche a costo di escludere dalle liste Antonio Maria Rinaldi, “che farebbe troppa ombra alla fedelissima toscana”, raccontano fonti leghiste. Chissà che il consiglio federale non diventi pure l’occasione per chiedere al segretario se “Italia sicura” potrebbe mai diventare la nuova “Italia viva”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.