Alla Camera

Capitano Ultimo, l'ex ministro Castelli e i leghisti delusi: la lista di Cateno De Luca per l'Europa

Ruggiero Montenegro

Il leader di Sud chiama nord svela nuovi ingressi nella sua lista – "Popolo veneto" e "Rassemblement Valdotain" – e dice: "Io sono più leghista dei leghisti, Bossi m'ha detto: peccato che non ci siamo conosciuti prima. Renzi vuole i voti degli ambienti vicini alla mafia"

Dopo il Movimento per Italexit e il partito popolare del Nord dell'ex ministro leghista Castelli, ecco il capitano Ultimo, il "Popolo Veneto"  e poi "Rassemblement Valdotain", movimento fondato da consiglieri regionali ex Lega in Valle d'Aosta. Cateno De Luca l'aveva anticipato: "Effetti speciali". E' stato di parola. Sparata dopo sparata, questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla Camera ha svelato le altre forze politiche che troveranno spazio nella lista Libertà, ovvero il progetto politico con cui il leader di Sud chiama nord, e sindaco di Taormina, vuole arrivare sino a Bruxelles.

La saletta di Montecitorio alla fine diventa una sorta di rifugio per i leghisti di un tempo, i delusi da Matteo Salvini e dalla svolta nazionale: saranno almeno in 7 gli ex Carroccio che correranno con De Luca. Lui, affiancato dalla presidente di Sud chiama Nord, l'ex viceministra grillina Laura Castelli, ne fa quasi un vanto: "Io sono più leghista dei leghisti", dice raccontando degli scambi avuti con Umberto Bossi in questi anni. "M'ha detto: 'peccato che non ci siamo conosciuti 20 anni fa'". Sabato prossimo, manco a dirlo, ci sarà un evento a Milano dal titolo "Roma ladrona". "Quello che i veri leghisti non possono più dire", aggiunge De Luca, dicendosi "nostalgico della vera Lega, quella delle origini".

Il pezzo da novanta tra le candidature comunque è il capitano Ultimo, l'ex ufficiale dei Ros dei Carabinieri Sergio De Caprio che catturò Toto Riina. Avrà un simbolo tutto per suo . Per De Luca, Ultimo rappresenta "non solo per la Sicilia quel pezzo di stato che ha chiuso una fase storica, ha arrestato un macellaio, un criminale. Gli ho detto: noi non vogliamo solo la tua candidatura, ma vogliamo che nel nostro brand ci sia un messaggio chiaro di legalità, nei confronti non solo dei mafiosi ma anche dei voti dei mafiosi".

Ecco dunque l'attacco a Matteo Renzi con cui in passato ci sono state pure interlocuzioni, a quanto pare infelici. "Ancora spettiamo che ci dica se ha chiuso l'accordo con Totò Cuffaro. Renzi sta facendo accordi con le gestioni politico-mafiose. Noi invece non vogliamo mafiosi e nemmeno i loro voti". Arriverà più tardi la replica dell'ex premier: "Parole gravemente diffamatorie, abbiamo dato mandato ai legali", si legge in una nota diffusa dal capo di Iv.

Accanto al leader di Sud chiama Nord c'è poi Sergio Pirozzi, l'ex sindaco di Amatrice che ha fondato "Civici in Movimento" e correrà pure lui con De Luca. Nel suo intervento lamenta i ritardi nella gestione dei fondi per la ricostruzione post terremonto, secondo un leitmotiv ricorrente nel corso della conferenza stampa: la politica dei palazzi che non sa più ascoltare bisogni e necessità. Da uomo di destra, dice Pirozzi, pure lui si sente "tradito da Matteo Salvini". Ma soprattutto ad averlo deluso è "Giorgia Meloni". 

Per fortuna il vento sta cambiando. Come? "Stiamo contaminando di democrazia questo sistema oligarchico. Abbiamo rotto il fronte oliogarchico", spiega ancora De Luca. A capo di un movimento che parte da sud - alle scorse politiche in Sicilia era riuscito anche a strappare un seggio all'uninominale - ma si lancia alla conquista dell'Italia e dell'Europa.  "Un meridione che si è stancato dipiangersi addosso, un meridione che ora si prende le responsabilità e vuole essere protagoinista non per concessione ma perché conquista spazio sul campo". Auguri.

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