Gianantonio Da Re - foto Facebook 

L'intervista

“Salvini mi ha cacciato ma sarà la vecchia Lega a mandare via lui”. Parla Da Re

Francesco Gottardi

L’europarlamentare espulso per insulti al segretario rilancia: “Più che cretino, dovevo chiamarlo mona: Matteo ha perso ogni credibilità e usurpato il partito. La batosta delle europee sarà la sua condanna: con o senza tessera, noi della Lega Nord ci faremo trovare pronti”

Ha la dignità dell’uomo sul patibolo. “Solo che il condannato a morte non sono io oggi. Ma Salvini domani”. Gianantonio Da Re è stato appena espulso dalla Lega, dopo 42 anni di militanza. Rimpianti? “Assolutamente no: stavano solo aspettando. Ed è un provvedimento che mettevo serenamente in conto nelle mie esternazioni. Siccome il segretario non risponde al telefono, in un modo o nell’altro volevo esortarlo a modificare la sua linea comportamentale”. Decisivo quel ‘cretino’, sganciatogli a mezzo stampa. “Forse dovevo dargli del mona”. Maledetto italiano. “Dalle nostre parti non è un'offesa. E la mia è una critica politica, mica alla persona. Le scorse europee erano state la grande vittoria di Salvini: se poi non avesse combinato tutte quelle cagate, dal Papeete in poi, oggi saremmo un altro partito”. Ovvero? “Consenso, credibilità, valori integri. Tutto ciò che ormai abbiamo perso. Peggio di così un leader non poteva fare: io lo dico, ma mi sento in buona compagnia”.

Per vie ufficiali sembra tutt’altra musica. Da Re sbrocca, il direttivo veneto si riunisce per direttissima e lo espelle a gran maggioranza: 11 voti contro 5, più un astenuto. E pure gli amministratori tanto critici sulla deriva del Carroccio hanno preso le distanze dal collega. “Lasciamo stare le mosse di facciata”, sorride al Foglio l’europarlamentare uscente. “Contano gli sms che ho ricevuto in privato. Solidali dal primo all’ultimo: ‘Hai esternato quel che pensiamo tutti’. Cioè che Salvini se ne deve andare. Mona o non mona, ma con la valigia in mano”. Dalle europee alle europee. “Sarà difficile che scampi un proiettile del genere: avete visto come siamo ridotti?”. Lo vedono i veneti e i lombardi. “C’è angoscia diffusa per le candidature dei vari Vannacci, Cesa, Patriciello: mosse della disperazione e della confusione. A giugno prenderemo quel che varremo. Cioè poco. E qualcuno dovrà pagare”.

Dunque Da Re è in pace. Si sente parte di un’armata invisibile, quiescente: “Una scatola vuota”, la chiama lui. Eppure pronta a riemergere. “Non abbiamo bisogno di scissioni, ma di pazienza: la Lega Salvini premier – anzi, vicepremier – è un’usurpazione della Liga Veneta-Lega Nord. Questa è la mia distinta entità di riferimento, ciò in cui credo e in cui rimango: ho versato i 2.000 euro richiesti fino all’altro mese”. Il ‘Baffo’ di Treviso lo dice quasi con orgoglio. “Mi sono immolato per il bene comune”. Nostalgia canaglia. “Con Paolo Grimoldi – scelto da Bossi per coordinare il Comitato Nord, ndr – ci sentiamo quasi ogni giorno: c’è solidarietà e vicinanza”. Mentre lo stesso Senatùr, in queste ore, ha espresso forte preoccupazione per il Carroccio. “Chiaro. Siamo convinti di dover tornare alle origini, ma oltre i confini storici. Cioè una Lega nazionale senza Salvini: basta con ‘sta Lega ponte delle arance. Il problema non è Toni Da Re, se le percentuali sono così basse”.

Ecco perché niente scuse, niente ricorso, niente dietrofront. “Ho sempre fatto politica e continuerò a farla: potevo andare in qualsiasi altro schieramento, ma credo nei miei ideali. Non in quelli che ci hanno distorto”. Concetto chiaro. “Magari Salvini sul territorio ha i segretarietti che fanno i primi della classe. E con la loro testardaggine sovranista perseguono un progetto irrealizzabile, che non fa il bene dei militanti. Il Nord e Salvini sono in contrapposizione ovunque: solo Stefani e il consiglio direttivo non l’hanno capito”. La Liga resistente riparte da Vittorio Veneto, dove Da Re è stato sindaco e prepara l’elezione del prossimo. “Lavoriamo sulle comunali. Ma il vero spartiacque sarà a Bruxelles: con o senza tessera, libereremo questo partito”. Hasta la Padania siempre.

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